Papa Francesco: ai diaconi di Roma, “la Chiesa non chiede di essere leader, ma cooperatori”

“Uno può avere l’idea che, una volta diventato prete, pastore nel popolo di Dio, sia essenzialmente giunta l’ora di prendere in mano la situazione, attuando in prima persona ciò che aveva desiderato per anni, impostando finalmente le situazioni con il proprio stile e secondo le proprie idee, quelle che ha più care in base alla sua storia personale e al suo cammino. Eppure la Santa Madre Chiesa per prima cosa non chiede di essere leader, ma cooperatori, cioè, stando al senso delle parole, coloro che ‘operano con’. Questo ‘con’ è essenziale, perché la Chiesa, come ci ricorda il Concilio, è anzitutto un mistero di comunione”. E’ quanto si legge nel discorso che Papa Francesco aveva preparato per l’udienza di questa mattina con  i diaconi ordinandi presbiteri della diocesi di Roma e che non si è tenuta a causa del suo stato influenzale. “Il presbitero – scrive il Papa ai diaconi – è testimone di questa comunione, che implica fraternità, fedeltà e docilità. Coristi, insomma, non solisti; fratelli nel presbiterato e preti per tutti, non per il proprio gruppo; ministri sempre in perenne formazione, senza pensare mai di essere autonomi e autosufficienti. Quanto è importante oggi continuare la formazione, e non da soli, ma sempre in contatto con chi, chiamato ad accompagnarvi, ha percorso più strada nel ministero; e farlo con apertura di cuore, per non cedere alla tentazione di gestire la vita per conto proprio, diventando così facili prede delle tentazioni più varie”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa