“Il nucleare costituisce una minaccia per l’umanità, si pensi alle 12.500 testate nucleari strategiche esistenti di cui i 3.700 già schierate su missili e aerei. In questo luogo, la sala della Spogliazione, in cui risuonano otto secoli di messaggio di pace incarnato dal corpo nudo di Francesco di Assisi, questo dibattito ha qualcosa di paradossale e, al tempo stesso, di attuale e di ispirante per il cammino dell’umanità”. Lo ha detto il vescovo delle diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, mons. Domenico Sorrentino, nel suo intervento al convegno “Religioni e conversione delle armi nucleari in progetti di pace e sviluppo” organizzato dal Comitato per una Civiltà dell’Amore, in corso oggi, sabato 24 febbraio, nella sala della Spogliazione del palazzo vescovile ad Assisi. La giornata, voluta nel giorno del secondo anniversario della guerra in Ucraina, si è aperta con i saluti di padre Marco Moroni, custode del Sacro Convento, di Giuseppe Rotunno, presidente del Comitato per una Civiltà dell’Amore, e del sindaco di Assisi Stefania Proietti. Mons. Sorrentino ha lodato anche la “connessione” di questo convegno allo ‘spirito di Assisi’, coniato proprio in termini di preghiera per la pace da San Giovanni Paolo II, che “convocando ad Assisi il 27 ottobre 1986 i leader religiosi dell’umanità, volle dare un ruolo ed anzi un primato alla preghiera, come espressione di un dialogo del vissuto più che del parlato, un vissuto in cui si fa spazio alla grazia più che all’iniziativa umana”.