“La fede non è fatta di discorsi e slogan, ma di convinzioni esigenti, di atteggiamenti e di azioni che permeano tutto il nostro essere. La fede che non cambia in meglio la nostra vita non è considerata fede”: a ricordarlo è il patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, in una sua riflessione quaresimale diffusa attraverso i canali del Patriarcato. “Solo le azioni confermano la sincerità di una persona, non le sue parole” ribadisce il porporato che suggerisce il digiuno come pratica che apre “al pentimento e al ritorno a Dio. Esso apre la porta alla speranza e alla conversione evangelica, alla correttezza dei comportamenti, all’abbandono delle cattive abitudini, al cambiamento di mentalità, di pensiero e di decisione, alla luce delle domande che la fede ci pone su questioni importanti e fatali che affrontiamo a livello personale, familiare, ecclesiale e sociale, in modo da poter vivere in armonia e pace”. Altro punto evidenziato dal patriarca Sako è “custodire la fiamma della speranza e non permettere mai che si spenga nel cuore del credente. La Chiesa deve aiutare i credenti ad ascoltare la voce di Dio e a scoprire il valore positivo del dolore e dell’angoscia, e rendersi conto che il bene alla fine trionfa sul male, l’amore sull’odio, la verità sulla menzogna, la giustizia sull’ingiustizia, la pace sulla guerra e la luce sulle tenebre, perché – conclude Mar sako – il cristianesimo non è una religione di dolore e di sconfitta, ma di vita, di rinnovamento e di risurrezione. Siamo vigilanti di fronte alle tante pressioni cui siamo sottoposti, e seguiamo Gesù da vicino, le tappe della Via Crucis terminano con la Risurrezione”.