La Chiesa cagliaritana ricorda oggi il 60° anniversario della morte della serva di Dio suor Teresa Tambelli, della congregazione delle Figlie della Carità. Domenica 25 febbraio è in programma la commemorazione solenne con la messa celebrata dall’arcivescovo Giuseppe Baturi nella cappella dell’Immacolata nell’Asilo della Marina, di cui la religiosa è stata “suor servente” (superiora) per quasi quarant’anni (1925-1964).
La ricorrenza – viene sottolineato in una nota – è ricca di significati e di speranza per le suore vincenziane che attendono, unitamente alle “damine di carità” e al gruppo dei “Marianelli” – ex giovanissimi destinatari privilegiati dell’azione educativa della Tambelli – la conclusione della prima parte della causa di beatificazione chiusa nella diocesi di Cagliari nel novembre del 2019. È, infatti imminente, la riunione della “plenaria” di vescovi e cardinali che dovranno pronunciarsi sul grado eroico delle virtù umane e cristiane vissute dalla suora. Dopo il positivo parere della commissione degli storici e dei teologi, si attende l’ultimo decisivo giudizio che – come sperano i cagliaritani – dovrebbe portare al decreto di venerabilità.
Formata alla scuola della beata suor Giuseppina Nicoli, di cui è stata per 10 anni (1914-1924) principale collaboratrice, suor Tambelli (nata a Revere, provincia di Mantova, il 17 gennaio 1884) ne eredita tutti gli impegni e le iniziative, che trasformano l’asilo della Marina in una vera “centrale della carità”, una “fabbrica di solidarietà”, e in un straordinario motore educativo. Nel 1961, a tre anni dalla morte, nell’Asilo Marina funzionano 2 asili (200 bambini), 5 classi elementari (85 alunni), una scuola media (76 alunne), l’Istituto magistrale superiore (93 studentesse), 2 laboratori (cucito e ricamo) frequentato da 75 ragazze.
La serva di Dio è morta la seconda domenica di Quaresima. “Una fiaccola di carità si è spenta. Per i poveri, per Dio e le anime avrebbe posto all’incanto – ha scritto in quei giorni ‘Orientamenti’, settimanale dell’arcidiocesi di Cagliari – quanto le sue mani potevano raggiungere. Ora dorme il sonno dei giusti, ricordata da chi ancora soffre, ma ha gustato il balsamo della sua carità”. L’allora arcivescovo di Cagliari, mons. Paolo Botto, recitato il rosario davanti alla salma, disse: “Non piangiamola, abbiamo un’altra santa in cielo”.