Giubileo 2025: mons. Fisichella, “non si giudica dai numeri”, “il mondo di oggi ha bisogno di speranza”

“Il Giubileo non si giudica dai numeri, ma dall’intensità con cui si vive questa esperienza spirituale”. Ne è convinto mons. Rino Fisichella, pro-prefetto del  Dicastero dell’evangelizzazione, intervenuto alla conferenza stampa di presentazione, nella sede Rai di Viale Mazzini, del nuovo settimanale di Rai Vaticano “Giubileo 2025 pellegrini di speranza”, la cui prima puntata, girata interamente davanti alla Porta Santa, andrà in onda domenica 25 febbraio su Rai uno alle 24.45 e su Rai Play e Rai Italia. Rispondendo ad una domanda in merito alle proiezioni sull’affluenza dei pellegrini per il Giubileo, in base alle quali si prevede un afflusso di 32 milioni di persone, Fisichella ha affermato che “alcuni ritardi devono essere recuperati, ma bisogna tenere conto che questo è un Paese dove la burocrazia è alle stelle e che poter aprire un cantiere ci vogliono almeno sei mesi: se si comincia a pensare al Giubileo del 2025 a partire dal 2022, è chiaro che qualche apprensione in più si possa creare. Io però ho fiducia che a Roma, entro fine novembre, almeno le grandi opere siano pronte”. “Quasi tutti gli eventi giubilari avranno un dialogo con la città”, ha poi annunciato il vescovo. A proposito del tema giubilare, “Pellegrini di speranza”, Fisichella ha infine esortato a fare una distinzione tra le “speranze” al plurale, “quelle a cui ci aggrappiamo nel momento presente”, e la “speranza” al singolare, “quella che rischia di diventare un’utopia ma della quale il mondo di oggi ha bisogno, e che non è semplicemente il desiderio che cessino le guerre e le volenze a cui assistiamo quotidianamente, ma la speranza di un cambiamento radicale che veda le persone in un contesto di relazioni che parlino di serenità e di dignità”. “Non vorrei che lo sguardo sulla violenza grande determinata dalle guerre ci faccia perdere di vista le violenze  quotidiane a cui assistiamo e che abbiamo di fronte agli oggi, come la violenza sulle donne”, il monito finale: “C’è bis0ogsno di recuperare un profondo senso di umanità, dignità, rispetto: mi auguro che il Giubileo ci aiuti a riscoprire realmente una nuova dimensione antropologica che abbia a mettere al centro la dignità e il rispetto  delle persone”.

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