La sfida dell’istruzione in Africa è la sfida dell’intero pianeta, perché il futuro è di questo continente: entro il 2050, una persona su 4 sarà africana. Nel 2023, il continente africano ha registrato la più grande popolazione di giovani del pianeta ed entro il 2050, il 40% di tutte le persone di età inferiore ai 18 anni, circa 1 miliardo di persone, sarà in Africa. Eppure circa 98 milioni di bambini sono fuori dalla scuola nell’Africa subsahariana e quasi l’86% fatica a raggiungere l’alfabetizzazione di base entro i 10 anni.
Riconoscendo questa sfida planetaria, l’Unione africana ha dichiarato il 2024 “Anno dell’istruzione” e proprio dopo la chiusura del vertice dell’Ua, tenutosi il 17 e il 18 febbraio ad Addis Abeba, la Global Partnership for Education (Gpe), nell’ambito del Civil 7, in collaborazione con il Coordinamento italiano Diaspore per la cooperazione, Avsi, Save the Children, Global Campaign for Education, Global Compact on education e Comunità di Sant’Egidio promuove l’evento “Educazione, emergenza comune”, giovedì 22 febbraio a Roma alle ore 14,30 all’Hotel Nazionale.
In occasione dell’appuntamento verranno comunicate per la prima volta in Italia, in seno alla presidenza del G7 del nostro Paese, le linee guida e le raccomandazioni dei capi di Stato dell’Unione africana sull’educazione nel XXI secolo, appena approvate al Vertice dell’Unione Africana.
“Come ci insegna la storia dell’Italia, l’istruzione ha rappresentato la base del progresso economico e sociale, offrendo a tutti i bambini la possibilità di imparare una lingua comune, le competenze di base e un nuovo senso di identità – spiega Laura Frigenti, direttrice generale della Global Partnership for Education –. L’Italia ha un’esperienza preziosa da condividere per fare dell’istruzione un trampolino di lancio per economie più forti e società più giuste e stabili. Dopo la Conferenza Italia-Africa e l’inizio della presidenza del G7 nel 2024, il messaggio che viene dai leader africani è chiaro e l’Italia ha l’opportunità cruciale di contribuire in maniera determinata a realizzare le loro raccomandazioni, rifondando le relazioni G7-Africa”.
“Investire nell’istruzione in Africa è fondamentale per raggiungere le principali priorità politiche dell’Italia per la sua presidenza G7 – afferma Ruth Kagia, consigliere speciale Global Partnership for Education per l’Unione africana – ovvero promuovere la crescita economica e la stabilità della regione e ridurre i fattori di spinta della migrazione”.
“È un messaggio pieno di speranza quello del Papa, quando dice: ‘Guardiamo all’Africa con molta fiducia, perché ha tutto quanto le serve per essere un continente capace di tracciare i cammini futuri. Mi riferisco non solo alle grandi risorse ai progressi economici e nei processi di pace, penso soprattutto alle risorse educative: i valori dell’educazione tradizionale africana, soprattutto quelli dell’ospitalità, dell’accoglienza, della solidarietà, sono valori che si integrano perfettamente nel Patto educativo. Con queste parole, il Papa conferma che l’Africa non è solo la madre dell’umanità, ma anche un’educatrice, non solo grazie alla sua educazione tradizionale, ma anche a quella moderna”, dichiara Ezio Lorenzo Bono, segretario del Global Compact on Education, che partecipa al seminario “Educazione, emergenza comune”.