L’agenzia ONU World Food Programme (WFP) sta sospendendo le consegne di aiuti alimentari salvavita nel nord di Gaza finché non ci saranno le condizioni per distribuzioni sicure. A dare la notizia la stessa agenzia umanitaria che sottolinea che “la decisione di sospendere le consegne nel nord della Striscia di Gaza non è stata presa alla leggera, perché sappiamo che ciò significa un ulteriore peggioramento della situazione e che sempre più persone rischieranno di morire di fame”. Il WFP, viene ribadito, è profondamente impegnato a raggiungere urgentemente le persone disperate in tutta Gaza, ma è necessario garantire la sicurezza necessaria per fornire aiuti alimentari essenziali – e per le persone che li ricevono. Le consegne al nord erano riprese domenica, dopo una sospensione di tre settimane dovuta a dei colpi contro un camion dell’UNRWA e all’assenza di un sistema funzionante di notifica umanitaria. Il programma prevedeva l’invio di dieci camion di cibo per sette giorni consecutivi, per contribuire ad arginare l’ondata di fame e disperazione e per iniziare a costruire la fiducia nelle comunità che ci sarebbe stato cibo a sufficienza per tutti. Nella nota si ricordano gli assalti e attacchi anche violenti da parte della folla affamata al convoglio del WFP vicino al checkpoint di Wadi Gaza. Diversi camion sono stati saccheggiati tra Khan Younes e Deir al Balah e un camionista è stato picchiato. La farina rimanente è stata distribuita spontaneamente dai camion nella città di Gaza, tra alta tensione e rabbia esplosiva. A dicembre, il rapporto sulla classificazione delle fasi integrate, compilato da 15 agenzie, compreso il WFP, metteva in guardia dal rischio di carestia nel nord di Gaza entro maggio, a meno che le condizioni non migliorassero in modo decisivo. Gli ultimi rapporti confermano il precipitoso scivolamento di Gaza verso la fame e le malattie. Cibo e acqua potabile sono diventati incredibilmente scarsi e le malattie sono diffuse, compromettendo la nutrizione e il sistema immunitario di donne e bambini e provocando un’ondata di malnutrizione acuta. Le persone stanno già morendo per cause legate alla fame. Dagli screening nutrizionali condotti nei rifugi e nei centri sanitari del nord è emerso che il 15,6 per cento – ovvero un bambino su sei sotto i due anni di età – è gravemente malnutrito. Il WFP, conclude la nota, cercherà modi per riprendere responsabilmente le consegne il prima possibile. Per evitare il disastro è urgentemente necessaria un’espansione su larga scala del flusso di assistenza nel nord di Gaza. A tal fine, il WFP ha bisogno che arrivino a Gaza, da più rotte, volumi significativamente più elevati di cibo, inoltre devono essere aperti valichi per il nord di Gaza. Sono necessari un sistema di notifica umanitaria funzionante e una rete di comunicazione stabile. E deve essere facilitata la sicurezza, per il nostro personale e i nostri partner, nonché per le persone che assistiamo.