“Bologna mette al centro la vita: di chi vive qui, di chi ci sceglie, di chi ci raggiunge attraversando mari o deserti o di chi non porta a termine quel viaggio. A tutte queste persone dobbiamo una città sempre migliore, sempre più accogliente: siamo al lavoro per azzerare entro il 2027 le liste di attesa dei nidi, abbiamo messo a tema la qualità della vita agli Stati generali dell’industria per ampliare il bacino di soggetti che possono e devono intervenire sul tema del welfare. Perché dalla crisi demografica si esce solo con una grande alleanza che dia vita a un ecosistema virtuoso con al centro la sua persona e tutti i suoi bisogni: economici, sociali, ambientali. Se vogliamo dare vita a questa grande alleanza, Bologna c’è ma la sfida è a livello nazionale: mettiamoci in campo, coinvolgiamo le imprese e la finanzia, diamoci obiettivi misurabili e Bologna non mancherà di rispondere all’appello come già sta facendo su numerosi fronti e come ha nel proprio Dna”. Lo ha dichiarato il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, intervenendo oggi a Bologna alla prima tappa del “Tour della natalità”, promosso dagli Stati generali della natalità.
“Dobbiamo lavorare insieme, aldilà delle differenze politiche per risalire insieme: i Governi di destra e sinistra fin qui si sono occupati poco e male di politiche della natalità e del sostegno alla famiglia – ha affermato il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini -. Se non si inverte la tendenza, tra pochi anni saremo il primo Paese d’Europa ad avere più pensionati che lavoratori e lavoratrici attive: in questo modo non c’è futuro. Ma la possibilità c’è: investire su cultura, formazione, lavoro, innovazione, politiche di sostegno alla famiglia”. Bonaccini ha precisato: “L’Emilia-Romagna lo ha fatto e lo sta facendo e gli indicatori della qualità della vita sono in aumento: crescita della popolazione, flussi in ingresso in aumento sono solo due esempi. Chi decide di fare dei figli deve sapere che qui il sostegno è concreto: con le risorse del fondo sociale europeo abbiamo aumentato la disponibilità dei posti al nido e li abbiamo resi gratuiti in montagna e nelle aree interne ma non siamo ancora soddisfatti, garantiamo il trasporto scolastico a 220mila studenti, ma non ci fermeremo. Perché l’Emilia-Romagna crede nel futuro, un futuro che parla la lingua dell’innovazione, come dimostrano la scelta della nostra regione per il Centro Meteo Europeo, per il Tecnopolo di Bologna, per la nuova Università dell’Onu che studierà il cambiamento climatico e gli impatti dell’intelligenza artificiale, dell’integrazione e della capacità di accogliere e accompagnare chi sceglie di fare figli”.