“In questo tempo dobbiamo metterci in ascolto della Parola, ma non solo, dobbiamo ascoltare il grido di tanti, vittime di guerre e di violenze in più parti del mondo. Nel Vangelo abbiamo sentito il profeta Isaia proclamato da Gesù: ‘Mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore’”. Così il vescovo di Alba, mons. Marco Brunetti, ha introdotto l’omelia nella veglia di Quaresima celebrata sabato sera nella parrocchia del Divin Maestro.
“Il deserto è il tempo del cammino lungo e faticoso. Siamo chiamati a farci compagni di viaggio di tanti nostri fratelli e sorelle e condividere con loro le sofferenze e le oppressioni per condurli alla piena libertà, come è avvenuto per il popolo di Israele e per Gesù con la sua resurrezione”, ha proseguito il presule che, citando Papa Francesco nel suo messaggio per la Quaresima, ha poi ricordato che “essere profeti significa fare questo percorso di liberazione interiore e sociale, sapendo che per giungere alla terra promessa dobbiamo attraversare insieme il deserto”. Mons. Brunetti ha poi menzionato l’esperienza dei sacerdoti missionari albesi in Brasile: “Nel mio recente viaggio missionario in Brasile, come abbiamo sentito dalla testimonianza di don Luigi, ho vissuto l’esperienza di incontrare un popolo riconoscente a Dio per essere stato accompagnato nella sua storia di questi ultimi decenni, da sacerdoti albesi che a ragione loro chiamano ‘i nostri profeti’. Questi missionari hanno saputo camminare accanto al loro popolo e compiere con loro cammini di libertà dall’oppressione, facendosi compagni di viaggio e annunciando a loro il Vangelo”. “Vorrei che in tutte le nostre comunità parrocchiali e di unità pastorale si prendessero in seria considerazione i progetti di solidarietà con le missioni albesi e vengano sostenuti, ma vorrei anche che siano accompagnati dalla preghiera comunitaria nelle nostre chiese e nei nostri gruppi”, l’auspicio del vescovo, secondo cui “oggi, come ieri, il mondo ha bisogno di profeti che annuncino la liberazione che viene dal Vangelo, in questo tempo i profeti siamo tutti noi!”.