“Navalny è stato capace di convogliare la frustrazione di una società civile spesso accusata di passività, spingendola in varie occasioni a manifestare in un paese sempre più autoritario. Lo ha fatto perché parlava non solo di principi e ideali astratti, ma anche e soprattutto di corruzione e dell’assenza di stato di diritto, cose che la popolazione russa subisce in prima persona ogni giorno”. Eleonora Tafuro Ambrosetti, Senior Research Fellow dell’Ispi, Istituto per gli studi di politica internazionale. “La notizia della sua morte è un colpo per l’opposizione russa, che perde uno dei suoi volti più riconoscibili sia in Russia che all’estero. Allo stesso tempo, tuttavia, è difficile che nelle condizioni attuali la sua morte possa costituire un intoppo per la ben oliata macchina elettorale e di propaganda del Cremlino”.