La madre di Alexei Navalny, Lyudmila Ivanovna, e un avvocato sono arrivati a Salekhard e si stanno dirigendo verso la colonia IK-3 nel villaggio di Kharp, che dista 47 chilometri dall’aeroporto. È territorio artico e la temperatura oggi è di -34 gradi. Le testate della dissidenza, a partire da Novaya Gazeta, oggi raccontano di questa madre. Da notizie riportate da Radio Free Europe, questa donna aveva percorso la medesima tratta lunedì 12 febbraio, per quella che è diventata l’ultima visita al figlio. Una settimana fa stava “bene ed era allegro”. Il 14 febbraio Aleksei Navalny è stato rimandato in cella di isolamento. La madre del dissidente lo ha seguito in ogni processo e ha fatto causa alla sesta colonia che non le permetteva di incontrarlo. Ma alla fine ce l’ha fatta e lo “ha raggiunto alla fine del mondo”. A meno di una settimana oggi torna là, per l’ultima volta. Intanto in Russia si portano fiori e si prega per Navalny. Lo si deve fare di nascosto, riferiscono al Sir fonti russe.
A conferma, giunge da San Pietroburgo la notizia che un vescovo della Chiesa ortodossa apostolica Grigory Mikhnov-Vaitenko, che stava per celebrare una funzione funebre alla Pietra di Solovetsky per il dissidente morto, è stato arrestato. Insieme a lui altre 6 persone sono state portate via dalla polizia che ha disperso la folla, anche se le persone continuano a portare fiori al memoriale. Immediata la presa di distanza dal metropolita di San Pietroburgo della Chiesa ortodossa russa, secondo cui Grigory Mikhnov-Vaitenko “non presta servizio nella Chiesa ortodossa russa” e che invita “a ignorare le sue dichiarazioni e appelli nello spazio pubblico”. A Mosca la polizia ha isolato il “Muro del Dolore” per rendere il più difficile possibile la deposizione di fiori in memoria di Alexei Navalny. Sui canali Telegram si susseguono foto di fiori deposti e arresti, in diverse città della Russia.