Alexei Navalny: il corpo del dissidente non sarà restituito ai parenti fino alla fine delle indagini. Notizie di altri arresti

Braccio di ferro sul corpo del dissidente Alexei Navalny. Attraverso le notizie diramate da Kira Yarmysh, che di Navalny è stata portavoce per tanti anni, si apprende che le autorità carcerarie, che in un primo tempo avevano riferito agli avvocati “che le indagini erano terminate e che non si è identificato qualcosa di criminale”, hanno poi affermato che il corpo del dissidente non sarà restituito ai parenti fino alla fine delle indagini. Poiché le cause della morte non sono ancora state accertate, serve un nuovo esame istologico per i cui risultati bisognerà aspettare una settimana. “È chiaro che stanno mentendo e facendo di tutto per non restituire il corpo”, commenta Yarmysh. “Mentono di continuo, ci fanno girare in tondo dietro di loro, cancellando le loro tracce”.
Arrivano notizie di altri arresti: a Khanty-Mansiysk, vicino al monumento alle vittime della repressione politica, è stata detenuta la co-presidente del sindacato indipendente “Solidarietà universitaria”, Vanda Feliksovna Tilles. Secondo l’ong Ovd-Info sarebbero 231 gli arresti avvenuti in 21 città per azioni legate alla morte di Navalny, 100 nella sola San Pietroburgo.
Intanto la testata Meduza invita a mandare lettere per raccontare “che cosa ha significato per te la vita e il lavoro di Alexei Navalny e cosa significa la sua scomparsa”. “Sento amore per il mio Paese”, si legge in una di queste. “Se i migliori tra noi sono disposti a morire per esso, allora ne vale la pena”. Nei primi giorni dopo la morte di Alexei Navalny, spiega un redazionale “è molto importante parlare l’uno con l’altro. Proprio come quasi due anni fa, il 24 febbraio 2022, dobbiamo capire che non siamo soli e che ci sono molte più persone pronte a sostenerci e ad ascoltarci di quanto a volte pensiamo”.

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