“La formazione non finisce mai, dura tutta la vita, e se si interrompe non si rimane dove si era, ma si torna indietro”. È quanto scrive il Papa, nel discorso preparato e consegnato durante l’udienza alla comunità del Seminario arcivescovile di Napoli. “La Chiesa è anzitutto un cantiere sempre aperto”, spiega Francesco: “rimane costantemente in cammino, aperta alla novità dello Spirito, vincendo la tentazione di preservare sé stessa e i propri interessi”. “Il lavoro principale del ‘cantiere Chiesa’ è camminare in compagnia del Crocifisso Risorto portando agli uomini la bellezza del suo Vangelo”, ricorda il Papa: “Questo è l’essenziale. È quanto ci sta insegnando il cammino sinodale, è quanto ci chiede, senza compromessi, l’ascolto dello Spirito e degli uomini del nostro tempo; ma è anche ciò che viene richiesto a voi: essere servitori – questo significa ministri – che sanno adottare uno stile di discernimento pastorale in ogni situazione, sapendo che tutti, preti e laici, siamo in cammino verso la pienezza e siamo operai di un cantiere in costruzione”. “Non possiamo offrire alla realtà complessa di oggi risposte monolitiche e preconfezionate, ma dobbiamo investire le nostre energie annunciando l’essenziale, che è la misericordia di Dio, e manifestandola attraverso la vicinanza, la paternità, la mitezza, affinando l’arte del discernimento”, il monito di Francesco: “Per questo motivo, anche il cammino di formazione al presbiterato è un cantiere. Non bisogna mai commettere l’errore di sentirsi arrivati, di ritenersi già pronti davanti alle sfide. La formazione sacerdotale è un cantiere nel quale ognuno di voi è chiamato a mettersi in gioco nella verità, per lasciare che sia Dio ad edificare nel corso degli anni la sua opera”.