Marija Pejčinović Burić, Segretario generale del Consiglio d’Europa, chiede alle autorità russe di “condurre immediatamente un’indagine approfondita e renderne pubblici i risultati, in conformità con gli obblighi internazionali” riguardo alla morte improvvisa di Alexeï Navalny, avvenuta oggi in una prigione russa. Costernazione e indignazione sono i termini che Pejčinović Burić usa per esprimere i propri sentimenti legati alla notizia giunta dalla Russia. “Il tragico destino del signor Navalny”, continua la dichiarazione “non può essere dissociato dal calvario subito”, di cui fanno parte il tentativo di omicidio contro di lui tre anni fa, le condanne politicamente motivate, l’incarcerazione e detenzione in condizioni disumane e degradanti. La Segretaria ricorda che sono rimaste inascoltate in questi anni le ripetute richieste del Consiglio d’Europa di liberare Navalny alla luce delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo. Di Navalny Pejčinović Burić scrive che “ha sfidato coraggiosamente un sistema ingiusto e iniquo che reprime e mette a tacere ripetutamente e brutalmente gli oppositori”, e parla di “clamoroso sacrificio”, di “totale disprezzo della Russia per la dignità umana dei suoi stessi cittadini”, di “pesante prezzo pagato per sostenere i valori dei diritti umani, della democrazia e dello stato di diritto”.