Nuovo incontro, ieri, tra Papa Francesco e una rappresentanza della Comunità Ahmadiyya, dopo quello del 5 settembre 2022, il primo della storia. Nel corso dell’udienza, durata circa mezz’ora, si legge in una nota della Comunità Ahmadiyya, il Santo Padre ha voluto esprimere tutta “la sua preoccupazione per i livelli di crudeltà umana nelle zone di conflitto e gli sforzi globali per la pace”. Il Pontefice ha sottolineato “l’importanza del lavoro quotidiano per la pace e del dialogo tra gli individui”, unico vero antidoto al dilagare dell’odio ed esaltato il confronto aperto e sincero quale strumento fondamentale per superare le divisioni. Dal Pontefice è giunto, si legge nel comunicato, un elogio agli sforzi di incontro che la comunità Ahmadiyya promuove in ogni angolo del mondo, ed è stato ribadito il suo apprezzamento per il motto “Amore per tutti, odio per nessuno”, inciso su un piatto di vetro che l’imam della Comunità Ahmadiyya d’Italia, Ataul Wasih Tariq, ha donato al Papa insieme a un documento dettagliato, redatto dall’Associazione internazionale degli Avvocati Ahmadiyya, che condanna legalmente le atrocità perpetrate in Medio Oriente. Questo documento, che ha dato il via all’iniziativa #VoicesForPeace lanciata dalla Comunità Ahmadiyya, è stato inviato a tutti i leader mondiali ed è una battaglia che la comunità sta portando avanti con molto impegno in questi mesi.
L’incontro è terminato con l’auspicio di ancora seguito a questa serie di incontri inaugurata nel 2022. “La nostra Comunità – ha dichiarato Wasih Tariq – vanta una storia di oltre cento anni di impegno per la pace e il dialogo. Siamo profondamente radicati nella convinzione che l’amore e la comprensione reciproca siano le fondamenta su cui costruire un mondo migliore. Condividere questa visione con il capo della Chiesa cattolica – ha concluso – non fa che rafforzare la nostra responsabilità e la speranza per il futuro. È motivo di grande gioia per noi vedere che i principi di amore, tolleranza e dialogo che abbiamo sempre promosso trovano un terreno comune con le iniziative e l’apertura del Vaticano verso le altre fedi”.