Le Previsioni economiche della Commissione sono, per ammissione dello stesso Esecutivo, “circondate dall’incertezza a causa delle prolungate tensioni geopolitiche e del rischio di un ulteriore ampliamento del conflitto in Medio Oriente”. Le riprese dei sistemi economici dei 27 Stati Ue sono legate a molti fattori, interni ed esterni, fra cui, la crescita dei salari e il livello dei consumi interni. “Anche i rischi climatici e la crescente frequenza di eventi meteorologici estremi continuano a rappresentare una minaccia”.
Durante la conferenza stampa svoltasi a Bruxelles, il commissario all’Economia Paolo Gentiloni ha affrontato numerosi altri argomenti, spesso sollecitato dalle domande dei giornalisti.
Si prevede, ad esempio, “che l’aumento dei costi di spedizione a seguito delle interruzioni del commercio nel Mar Rosso avrà solo un impatto marginale sull’inflazione. Ulteriori interruzioni potrebbero, tuttavia, provocare nuovi colli di bottiglia nell’offerta che potrebbero soffocare la produzione e far salire i prezzi”.
Uno dei temi tornati più volte è stato quello energetico. I prezzi del petrolio sono diminuiti dall’autunno e “dovrebbero continuare a diminuire gradualmente nel 2024 e nel 2025″.
Non è mancato un cenno alla protesta dei trattori. “Come Commissione stiamo ascoltando e agendo rispetto alle questioni sollevate dagli agricoltori. Non vedo però all’orizzonte possibili interruzioni sulle catene di approvvigionamento legate a quanto sta avvenendo”.
L’analisi delle singole economie svela invece una debolezza persistente della Germania, il cui Pil quest’anno dovrebbe crescere solamente dello 0,3%, per poi salire all’1,2% nel 2024. Meglio la Francia: rispettivamente 0,9% e 1,3%. La Spagna segnala 1,7% quest’anno e 2,0% nel 2025. Paesi Bassi: 0,4% nel 2024 e 1,6% nel 2025. Dati più confortanti si hanno dai Paesi dell’Europa centro-orientale, fra il 2 e il 3% sia quest’anno che il prossimo: ciò vale per Croazia, Slovenia, Slovacchia, Bulgaria, Ungheria, Polonia e Romania.