“L’itinerario dal deserto al giardino non è mai un percorso lineare e trionfale, lo sappiamo bene. Nella nostra esperienza quotidiana ci troviamo spesso ad attraversare l’uno e l’altro e non necessariamente gli spazi di armonia e quelli di arsura sono ben distinti e separati. Piuttosto coesistono in uno stesso ambiente, in una stessa comunità, in uno stesso cuore”. È quanto scrive mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio, nella lettera per la Quaresima-Pasqua 2024, “Dal deserto al giardino. Un percorso quaresimale, un itinerario di vita cristiana”. A noi la missione di irrigare un po’ di deserto, in noi e attorno a noi, e di estendere gli spazi del giardino. “Soprattutto – evidenzia il presule -, sia attraversando il deserto, sia rallegrandoci del giardino, noi possiamo lasciarci guidare da quella parola che ci chiama alla conversione e alla fede. Anche il deserto, infatti, è luogo di fedeltà e di pazienza, tempo in cui il nostro servizio vive una prova di amore e in cui il Signore può fare sentire la sua voce”. “Molte volte – ha proseguito -, non dimentichiamolo, l’asprezza del deserto è anche una condizione provvidenziale in cui Dio ci aspetta per alleggerire il carico delle nostre certezze e alimentare l’olio del desiderio del suo amore”. Ecco il senso del nostro vivere, in un mondo che “anche oggi è deserto ed è giardino”. Il senso è la scelta, è il discernimento, è la libertà vera, quella tipica dei figli di cui Dio, che è Padre e Madre, si compiace. “Ogni giorno – ha concluso -, nella Galilea del mondo, è tempo di deserto e ogni giorno la presenza del Signore a nostro fianco ci fa sentire i suoi passi nella brezza del giardino. Una brezza che è un sussurro, una voce, che rincuora e richiama: ‘Convertitevi e credete nel Vangelo’”.