“Le ceneri poste sul nostro capo ci invitano a riscoprire il segreto della vita”. Lo ha spiegato il Papa, nell’omelia della Messa delle Ceneri, presieduta nella basilica di Santa Sabina all’Aventino. “Ci dicono”, ha proseguito: “fino a quando continuerai a indossare un’armatura che copre il cuore, a camuffarti con la maschera delle apparenze, a esibire una luce artificiale per mostrarti invincibile, resterai vuoto e arido. Quando invece avrai il coraggio di chinare il capo per guardarti dentro, allora potrai scoprire la presenza di un Dio che ti ama da sempre; finalmente si frantumeranno le corazze che ti sei costruito e potrai sentirti amato di un amore eterno”. “Siamo amati di amore eterno”, ha ricordato Francesco: “Siamo cenere su cui Dio ha soffiato il suo alito di vita, siamo terra che egli ha plasmato con le sue mani, siamo polvere da cui risorgeremo per una vita senza fine preparata da sempre per noi. E se, nella cenere che siamo, arde il fuoco dell’amore di Dio, allora scopriamo che di questo amore siamo impastati e che all’amore siamo chiamati: amare i fratelli che abbiamo accanto, essere attenti agli altri, vivere la compassione, esercitare la misericordia, condividere ciò che siamo e ciò che abbiamo con chi è nel bisogno”. “L’elemosina, la preghiera e il digiuno non possono ridursi a pratiche esteriori, ma sono vie che ci riconducono al cuore, all’essenziale della vita cristiana”, il monito del Papa a proposito delle tre pratiche quaresimali: “Ci fanno scoprire che siamo cenere amata da Dio e ci rendono capaci di spargere lo stesso amore sulle ceneri di tante situazioni quotidiane, perché in esse rinascano speranza, fiducia, gioia”.