“Il filo conduttore” della visita di Papa Francesco a Venezia, il prossimo 28 aprile, “rispecchia l’identità di questa città e di questa Chiesa. Gli appuntamenti che si stanno predisponendo sono, infatti, nel segno della carità, della cultura e dell’arte”. Lo afferma il patriarca di Venezia Francesco Moraglia, in un’intervista curata dall’Ufficio comunicazioni sociali del Patriarcato e inviata al Sir. “Significativo – spiega il presule – sarà l’appuntamento curato dal Dicastero vaticano per la Cultura e l’Educazione, che prende parte, come ente promotore del Padiglione della Santa Sede, alla 60.ma Biennale d’Arte di Venezia, e che organizza l’incontro che porterà Papa Francesco presso la Casa di reclusione femminile sull’isola della Giudecca; qui il Santo Padre visiterà – nella chiesa di S. Maria Maddalena delle Convertite – l’esposizione ‘Con i miei occhi’, realizzata in collaborazione con il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia”. “Da un lato, quindi – prosegue Moraglia –, la cultura e l’arte nella contemporaneità di una città come Venezia che da sempre unisce passato, presente e futuro in una sintesi sempre nuova; dall’altro, l’incontro con le donne ospiti di quel carcere e che certamente rappresentano un pezzo di mondo che spesso viene messo tra quegli ‘scarti’, talora invisibili, di cui tanto parla il Santo Padre e che lui, invece, ci invita a tenere presenti e mettere sempre al centro dell’attenzione”.
Dal patriarca “gratitudine verso il Santo Padre che, oltretutto, mostra la sua grande vicinanza alla gente e alle terre del Triveneto. Abbiamo appena vissuto – ricorda – la Visita ad limina che ha avuto il suo momento culminante proprio nell’incontro bello, ricco e prolungato (due ore) col Santo Padre in cui abbiamo potuto dialogare su differenti temi che stanno a cuore ai vescovi e alle nostre Chiese particolari. Ed ora, in poche settimane, Francesco sarà prima a Venezia il 28 aprile e poi il 18 maggio a Verona e il 7 luglio a Trieste”.