“È tempo di agire, e in Quaresima agire è anche fermarsi”. È l’invito contenuto nel messaggio per Quaresima dell’arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie, mons. Leonardo D’Ascenzo, messaggio nel quale il presule offre alcune riflessioni che traggono ispirazione dal Messaggio del Santo Padre Francesco per Quaresima. Come per il popolo d’Israele, “anche la nostra storia è attraversata dalla schiavitù e dalla caduta nel peccato! E spesso questa condizione assume vaste proporzioni fino a coinvolgere nuclei familiari, gruppi più estesi, persino popoli che vivono le conseguenze della guerra con il suo lascito di distruzione e di morte”.
Il presule riprende il monito nonché l’invito di Papa Francesco a “vedere la realtà”: “Il cammino quaresimale sarà concreto” se “confesseremo che ancora oggi siamo sotto il dominio del Faraone. È un dominio che ci rende esausti e insensibili. È un modello di crescita che ci divide e ci ruba il futuro. La terra, l’aria e l’acqua ne sono inquinate, ma anche le anime ne vengono contaminate. Infatti, sebbene col battesimo la nostra liberazione sia iniziata, rimane in noi una inspiegabile nostalgia della schiavitù. È come un’attrazione verso la sicurezza delle cose già viste, a discapito della libertà”.
A questo quadro, ricorda mons. D’Ascenzo, “vanno aggiunti quegli idoli oggi imperanti che contaminano le fibre più profonde delle coscienze. Il Santo Padre ne fa un elenco: ‘Potere tutto, essere riconosciuti da tutti, avere la meglio su tutti: ogni essere umano avverte la seduzione di questa menzogna dentro di sé. È una vecchia strada. Possiamo così attaccarci al denaro, a certi progetti, idee, obiettivo, alla nostra posizione, a una tradizione, persino ad alcune persone'”.
Pertanto, ricorda l’arcivescovo, “‘è tempo di agire, e in Quaresima agire è anche fermarsi’. Fermarsi nella preghiera, elemosina e digiuno che ‘non sono tre esercizi indipendenti, ma un unico movimento di apertura, di svuotamento: fuori gli idoli che ci appesantiscono, via gli attaccamenti che ci imprigionano'”.