La “concretezza” dell’amore, fatta di disponibilità all’ascolto, “è tanto più importante in un mondo, come il nostro, in cui sembra farsi sempre più strada una evanescente virtualità delle relazioni”. Ne è convinto il Papa, che durante l’Angelus di ieri, subito dopo la messa presieduta nella basilica di San Pietro per la canonizzazione di Mama Antula, ha ribadito che “l’amore ha bisogno di concretezza, l’amore ha bisogno di presenza, di incontro, ha bisogno di tempo e spazio donati: non può ridursi a belle parole, a immagini su uno schermo, a selfie di un momento o a messaggini frettolosi. Sono strumenti utili, che possono aiutare, ma non bastano all’amore, non possono sostituirsi alla presenza concreta”. “Chiediamoci oggi: io so mettermi in ascolto delle persone, sono disponibile alle loro buone richieste?”, l’interrogativo da porsi: “Oppure accampo scuse, rimando, mi nascondo dietro parole astratte e inutili? Concretamente, quand’è stata l’ultima volta che sono andato a visitare una persona sola o malata – ognuno si risponda nel cuore –, o quando è stata l’ultima volta che ho cambiato i miei programmi per venire incontro alle necessità di chi mi domandava aiuto?”.