La Conferenza episcopale dell’Honduras (Ceh), nel messaggio diffuso a conclusione della propria assemblea plenaria, che si è svolta la scorsa settimana, lancia una forte mobilitazione contro la violenza che colpisce il Paese, e in particolare contro i femminicidi. Nel documento, intitolato “Con occhi di misericordia”, i vescovi sottolineano l’importanza di affrontare la violenza e l’indifferenza che colpisce molte persone, in particolare la condizione delle donne. Ed evidenziano la necessità di “alzare la voce, non solo di fronte ad atti che non dovrebbero mai esistere, ma anche di fronte alle strutture sociali e alle concezioni maschiliste che favoriscono questa violenza ripudiante, che trova la sua espressione più drammatica nel femminicidio”.
Il 25 gennaio scorso, in occasione della Giornata della donna honduregna, le strade di Tegucigalpa erano state teatro di marce per sottolineare il preoccupante aumento dei femminicidi nel Paese. Secondo il Centro per i diritti delle donne, la violenza contro le donne sta registrando un aumento allarmante in Honduras. Nei primi 15 giorni del 2024 sono stati registrati almeno 16 casi di donne uccise.
Secondo le statistiche fornite da Un Women, l’Honduras è al quinto posto a livello mondiale nel tasso di femminicidi, con una cifra di 6,47 per 100.000 abitanti. Inoltre, il Commissario nazionale per i diritti umani in Honduras (Conadeh) rivela che il 95% di questi casi rimane impunito. Queste cifre collocano l’Honduras come il Paese più pericoloso dell’America Latina per le donne. I vescovi fanno riferimento alla domanda della Genesi: “Dov’è tuo fratello?”, per denunciare l’indifferenza pratica che si registra nella società honduregna rispetto a tale dramma.
La Ceh esorta, inoltre, la società a sforzarsi di creare una “cultura dell’incontro”, incoraggiando il dialogo e l’ascolto profondo tra gli honduregni. Riconoscono gli sforzi per superare i conflitti istituzionali, ma sottolineano che “le vie del dialogo sono il modo migliore per includere ciò che deve essere ascoltato e rispettato”. Viene, altresì, sollecitato il rafforzamento della democrazia e il recupero della credibilità delle istituzioni statali, auspicando “il mantenimento della separazione dei poteri che garantisca l’equilibrio tra di essi e i dovuti contrappesi nelle istituzioni”.