Giornata del malato: mons. Pavanello (Adria-Rovigo), “ci sia sempre spazio e attenzione per quella terapia di valore incommensurabile che è la ‘compassione’”

“L’obiettivo di questa giornata è di offrire un momento di preghiera e di condivisione per tutti gli ammalati e per coloro che se ne prendono cura, in primo luogo gli operatori sanitari. Abbiamo bisogno di questo momento, perché rischiamo di dimenticarci di chi è ammalato e anche di chi se ne prende cura: non basta che ce ne ricordiamo quando anche noi o i nostri cari siamo colpiti da qualche problema di salute o quando incontriamo qualche disservizio, è necessario invece avere un’attenzione costante, continua, perché il malato e chi lo cura ha bisogno anche della nostra ‘compassione’. Chi è malato ha bisogno infatti non solo di medicine e di terapie, ma anche di relazioni”. Lo ha affermato ieri mons. Pierantonio Pavanello, vescovo di Adria-Rovigo, durante la messa che ha presieduto in occasione della 32ª Giornata mondiale del malato all’ospedale di Trecenta, struttura che – ha ricordato il presule – “è a servizio di una parte importante del Polesine e che ha avuto un ruolo fondamentale durante la pandemia del Covid-19”.
Commentando la pagina evangelica in cui Gesù guarisce un lebbroso e richiamando il messaggio del Papa per la 32ª Giornata mondiale del malato, il vescovo ha sottolineato che “i progressi della medicina e i mezzi che la scienza ci mette a disposizione, sempre più orientano l’attività sanitaria in una prospettiva ‘tecnica’, che rischia di portarci a dimenticare l’aspetto umano della cura”. “Il mio augurio e la mia preghiera per ammalati e per tutti coloro che se ne occupano nelle nostre strutture sanitarie – ha concluso mons. Pavanello – è che ci sia sempre spazio e attenzione per quella terapia di valore incommensurabile che è la ‘compassione’, cioè partecipare e condividere la sofferenza del prossimo”.

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