Sforamento dei limiti di pm10, aria irrespirabile, rischio di patologie respiratorie. L’inquinamento atmosferico nella Pianura Padana e nella Marca trevigiana è tema caldo di questo periodo e anche il Centro della Famiglia di Treviso, cartina al tornasole delle sensibilità e dei bisogni delle famiglie trevigiane, registra e riporta la forte preoccupazione dei genitori che transitano per il Centro.
“Le famiglie sono molto preoccupate – spiega don Francesco Pesce, direttore del Centro della Famiglia – per la salute dei giovani e delle future generazioni ma anche per le persone anziane con patologie di varia natura e che spesso si spostano a piedi o in bicicletta. Infatti, i genitori di oggi si trovano spesso a dover gestire la crescita dei figli ma anche l’accudimento dei loro genitori. Diversi sono i nuclei familiari che hanno espresso tale inquietudine e apprensione. In molti sono preoccupati di far frequentare le lezioni di sport all’aperto o nel mandare i figli a scuola in bicicletta. Ma anche l’impossibilità di far godere di una giornata di sole a bambini e nonni è una sottrazione ai loro momenti di vita e serenità, oggi così fondamentali per le famiglie”.
“Pensano al futuro dei propri figli e sono terrorizzati dal pensiero che si possano ammalare – sottolinea don Pesce –, sono i primi a cercare di adottare attenzioni e buoni comportamenti rispettosi dell’ambiente ma questo non basta. Serve un impegno a tutto tondo che coinvolga istituzioni e mondo produttivo per abbattere l’inquinamento e così ridurre al minimo i rischi alla salute che porta. Regole serie sull’uso dei riscaldamenti nei locali pubblici e nelle abitazioni domestiche con controlli, incentivi per l’aggiornamento dei sistemi di riscaldamento, per l’accesso al trasporto pubblico, ma anche all’acquisto di auto elettriche. Come la pandemia anche questa è un’emergenza che va affrontata per garantire la salute e una buona speranza di vita ai giovani di oggi e al contempo il rispetto dell’ambiente dove viviamo. Ma per farlo servono azioni ad alto livello, da Bruxelles e da Roma, ma anche una regia a livello regionale che non lasci soli i sindaci veneti e trevigiani alle prese con ordinanze sulle limitazioni al traffico a macchia di leopardo”.