“Il prossimo 2 febbraio, nella festa della Presentazione al Tempio del Signore, in tutta la diocesi e in ogni chiesa aperta al culto, sia celebrata la santa messa in riparazione per quanto accaduto, pregando per la conversione di coloro che hanno commesso questo delitto e per la nostra conversione, che sempre viene richiesta dal Signore ai suoi discepoli”. Lo scrive l’arcivescovo di Lecce, mons. Michele Seccia, in riferimento alla profanazione dell’Eucarestia nella chiesa del Carmine. “Il can. 1382 della vigente legislazione canonica – spiega Seccia – è molto chiaro rispetto alla profanazione delle specie consacrate: la pena comminata a chi si macchia di questo crimine è la scomunica latae sententiae”. “La vicenda accaduta – prosegue l’arcivescovo nella missiva – non deve solo sdegnarci ed intercettare la nostra disapprovazione, ma deve porci in un atteggiamento di vigilanza, di riflessione, di verifica. Ciò che è accaduto, non può essere considerato in maniera circoscritta, spesso invece è manifestazione di un cortocircuito educativo che è in atto, e che non permette – soprattutto alle fasce più giovani della nostra società – di vivere in maniera libera ed equilibrata le dimensioni relazionali fondamentali che riguardano la persona umana”.
L’arcivescovo spiega, inoltre, che “la Chiesa, che vive la sua duplice vocazione di maestra e madre – sottolinea -, ci invita ad adottare la logica della corresponsabilità come antidoto all’indifferenza; essa non chiude le porte della misericordia di Dio neanche verso coloro che per un momento di lucida follia hanno compiuto tali gesti”. “In questi casi, anche l’azione disciplinare più severa ha sempre come fine la salvezza delle anime e, come medicina, vuole curare le patologie spirituali”.