Immacolata: mons. Gambelli (Firenze), “passare dal senso di colpa che ci chiude in noi stessi al senso del peccato che ci apre alla misericordia del Signore”

“Bisogna imparare a passare dal senso di colpa che ci chiude in noi stessi al senso del peccato che ci apre alla misericordia del Signore, capace di compiere meraviglie nelle nostre miserie”. È l’esortazione espressa ieri dall’arcivescovo di Firenze, mons. Gherardo Gambelli, nell’omelia pronunciata in occasione della solennità dell’Immacolata Concezione che ha presieduto in cattedrale.
Dopo aver evidenziato che “ciò che ci separa da Dio non sono le nostre colpe, ma la presunzione di essere senza peccato o la disperazione nella quale cadiamo quando ci accorgiamo di aver sbagliato”, il presule ha notato che “nell’annuncio di una vittoria della stirpe della donna su quella del serpente abbiamo una sorta di protovangelo che ci invita a guardare a Gesù insieme a Maria sua madre. Maria è stata salvata in anticipo: anche lei, per grazia, è senza peccato. Quando la invochiamo come rifugio dei peccatori o quando le chiediamo di pregare per noi poveri peccatori adesso e nell’ora della nostra morte, noi riconosciamo che lei condivide quello stile di Gesù che si lascia avvicinare da pubblicani e prostitute e non teme di mangiare con loro”, ha proseguito. “Quante mamme – ha commentato mons. Gambelli – ancora oggi sanno testimoniare con le loro parole e le loro opere la tenacia dell’amore nei confronti di figli che ripetono azioni malvagie, senza stancarsi nell’offrire loro rifugio e nuove possibilità per ripartire nella vita”. L’arcivescovo ha poi evidenziato che “lo Spirito Santo è il dono che Dio ci offre per aiutarci a guardare il mondo con gli occhi della fede. Elisabetta – ha ricordato – vecchia e giudicata sterile è già al sesto mese della sua gravidanza. Ancora oggi, se ci apriamo all’azione dello Spirito Santo, possiamo riconoscere questi segni di luce nel nostro mondo, attraverso i quali il Signore vuole far crescere in noi la speranza”. “In questo tempo di Avvento siamo invitati a vigilare affinché i nostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita. Lo Spirito Santo che è sceso su Maria scende ora anche su ognuno di noi per alleggerire i nostri cuori e infondere in noi il coraggio di credere che un mondo diverso è possibile”, ha continuato l’arcivescovo, prima di porre l’attenzione sul fatto che “in Maria troviamo un anticipo di ciò che la Chiesa è chiamata a diventare: sposa di Cristo, senza macchia né ruga, splendente di bellezza. Ci affidiamo all’intercessione di Maria perché la riforma sinodale della Chiesa possa essere sempre più vissuta da tutti i suoi membri con convinzione, soprattutto in questo tempo in cui siamo chiamati a una testimonianza più coraggiosa e profetica di pace nel mondo”.

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