Salute e lavoro: Anmil, insediata la Commissione Amianto

Con la nomina dei nuovi componenti della Commissione per l’Amianto dell’Anmil, riparte il lavoro dell’Associazione per approfondire ed affrontare le principali criticità legate all’esposizione dei lavoratori alla fibra killer che, dopo oltre 30 anni dalla sua messa al bando, è ancora oggi causa di gravissime patologie talvolta incurabili.
La Commissione è composta da Alberto Alberti (Fe), che ne è stato nominato coordinatore, Raffaele Mariella (Ta), Catello Minichino (Na), Andrea Svic (Ts), Francesco Tolu (Nu) e Silvana Zambonini (Rm). Un gruppo accumunato dall’esperienza lavorativa e di vita in territori profondamente segnati dall’amianto, dove la contaminazione ha spesso raggiunto non solo i lavoratori, ma anche i loro familiari.
“Io per primo, così come altri componenti della Commissione, sono una vittima dell’amianto e con l’Anmil ho voluto impegnarmi per garantire ai lavoratori esposti e alle loro famiglie le migliori prestazioni e sollecitare modifiche normative di cui oggi c’è un forte bisogno”, dichiara Alberto Alberti, coordinatore della Commissione, nonché componente del Comitato amministratore del Fondo per le vittime dell’Amianto in rappresentanza dell’Anmil ed ex lavoratore Eni affetto da asbestosi.
“Molti sono i temi su cui ci proponiamo di lavorare, in stretta collaborazione con il Patronato e i nostri consulenti medici e legali, a partire dall’emersione e dal riconoscimento delle malattie asbesto correlate, che è ancora oggi lungo e tortuoso, tra questioni sanitarie, assicurative e previdenziali affatto semplici – prosegue Alberti – fino ai benefici pensionistici e ai risarcimenti, rispetto ai quali si sono accavallate nel tempo normative non sempre lineari, con l’effetto di produrre anche importanti vuoti di tutela e conclamate ingiustizie”.
“Spesso ci si dimentica della particolare gravità delle patologie asbesto correlate: asbestosi, carcinoma polmonare, mesotelioma pleurico, sono solo alcune delle manifestazioni dell’esposizione alle fibre di amianto, tutte fortemente invalidanti e spesso difficilmente curabili, con grande sofferenza di chi purtroppo ne rimane vittima. Per questo – conclude Alberti – vogliamo che si torni a parlare di una presa in carico anche rispetto alle esigenze di cura e di supporto ai malati, per stare fisicamente accanto a loro e alle loro famiglie in momenti molto difficili. Una accresciuta attenzione, quindi, alla condizione specifica di questi lavoratori: queste, ritengo, dovrebbero essere le direttrici lungo cui sviluppare i futuri interventi”.

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