“Il modo più autentico per onorare il Santo Patrono in una comunità è quello di considerarlo un amico che vive nella luce e nella gioia del Regno di Dio, uno che là dove vive beato si interessa di noi, delle nostre speranze, dei nostri problemi, e intercede a nostro favore presso quel Dio da cui viene ogni dono perfetto”. Lo ha detto oggi pomeriggio l’Eparca di Lungro degli Italo Albanesi dell’Italia Continentale, mons. Donato Oliverio, in occasione dei vespri per la festa di san Nicola, patrono della diocesi e della città di Lungro. Una festa che – ha detto mons. Oliverio – rappresenta un “momento di unione per il paese, che si raccoglie intorno al suo patrono; e in un tempo segnato da guerre che sconvolgono il mondo e da incertezze che generano inquietudine, sentirsi uniti diventa fondamentale”. Per l’Eparca questa festa “non è solo l’occasione per riscoprire e rinnovare la nostra storia e i valori evangelici che ci contraddistinguono, ma anche un’opportunità per guardare al futuro con rinnovata speranza e con il proposito di costruire insieme, camminare insieme, nella sinergia e nella solidarietà, il tempo che ci attende”. Mons. Oliverio ricorda la figura di San Nicola, un vescovo “dedito al bene del suo gregge” e che “sottoscrisse a Nicea nel 325 durante lo storico Concilio, la fede nella divinità di Cristo, proclamato consustanziale al Padre” e che si mantenne “fermo nel confessare la fede anche durante le violente persecuzioni”. E poi l’invito a “mantenere viva” e rendere “più autentica” la devozione a San Nicola “vivendo con intensità di fede la memoria liturgica” e mantenendo “vive le tradizioni”. Una popolazione – ha detto – è tale anche per “la fedeltà alle proprie tradizioni. Il sentimento comune verso le proprie radici, verso la propria storia spirituale fa di una comunità umana un soggetto preciso, con una fisionomia che vive ed interpreta gli eventi in modo originale”.