“Seul in queste ore ci sta offrendo una lezione di democrazia in azione, dal baratro dell’autoritarismo: di fronte ad una minaccia senza precedenti, il tentativo del presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol di imporre la legge marziale per risolvere le divisioni politiche che lacerano il Paese dal giorno della sua elezione, le opposizioni, maggioranza nel Parlamento sudcoreano, hanno sfidato il potere esecutivo, votando in maniera compatta per revocare la proposta presidenziale e ripristinare lo Stato di diritto, dimostrando come una società libera e aperta possa difendersi”. Lo sottolineano, oggi, le Acli, in una nota.
“Questo episodio ci ricorda che la democrazia è un impegno quotidiano, non un dato di fatto immutabile, ecco perché dobbiamo lavorare per l’alfabetizzazione democratica, per l’inveramento della vita della democrazia, come ci ha detto Sergio Mattarella durante le Settimane sociali di Trieste, perché è facile cedere alla tentazione di etichettare come autoritarie le posizioni altrui, ma così facendo rischiamo di indebolire i valori che dovremmo proteggere”, proseguono le Acli.
“La Corea del Sud ci ha dimostrato che, con istituzioni solide e cittadini vigili, anche le sfide più gravi possono essere affrontate e superate – concludono –. Un esempio che dovrebbe ispirare tutti noi, in un momento storico in cui i nostri modelli occidentali sembrano sempre più fragili e dove tutto ciò che credevamo acquisito per sempre sembra vacillare. L’uso della forza militare e la minaccia nucleare come strumenti di risoluzione dei conflitti sono elementi di preoccupazione e ci restituiscono forte e chiaro il compito che abbiamo: promuovere la partecipazione delle persone alla vita sociale e politica e difendere la nostra fragile democrazia”.