Natale: mons. Sorrentino (Assisi e Foligno), “riscoprire gioia, pace e speranza”

(Foto diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino)

Nella liturgia di Natale “abbiamo sentito le parole gioia, pace, speranza. Parole stupende ma che, a prima vista, sembrano illusioni perché quanta gioia c’è in cuori che non sono pieni di Dio e vivono alla giornata magari tra tanti problemi? Le nostre case hanno il segno della malattia, talvolta della mancanza di lavoro, altre volte il segno della disunione e della tristezza, ovunque vai trovi lamento e difficilmente trovi qualcuno che dice ‘io sto benissimo, sono felice’. È nato il Salvatore e noi non abbiamo ancora la forza di dire: sto bene perché quello che ho ricevuto è davvero quello che il mio cuore desidera?!”. Lo ha sottolineato il vescovo delle diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, mons. Domenico Sorrentino, nell’omelia della santa messa della veglia di Natale celebrata martedì 24 dicembre nella cattedrale di San Rufino ad Assisi.
Il presule ha poi parlato dei tanti luoghi del mondo ridotti in macerie e dove si assiste ad “una carneficina di popoli che non si intendono. Uno di questi – ha detto – è anche il popolo di Dio, il popolo di Gesù nel suo rapporto con i popoli vicini. Dopo duemila anni non c’è né la pace di Israele né la pace del mondo”.
E anche la parola bella che ci diciamo in termini augurali “che il prossimo sia un anno di pace” è una parola “che sembra non tenere quando poi andiamo a fare i conti con la realtà”.
Parlando della parola speranza il vescovo ha sottolineato che anche questa parola “la abbiamo ascoltata”. “Quest’anno il Papa volendo il Giubileo ha dato a tutto questo tempo di cammino della Chiesa e anche dell’umanità il tema della speranza perché si è accorto che c’è tanta disperazione in giro. Non ce la facciamo, sentiamo di non farcela. Ogni tanto ci riprendiamo con qualche augurio, qualcuno pensa di riprendersi con qualche stupefacente, qualche altro di riprendersi facendo un po’ più soldi, qualche altro di riprendersi dandosi al chiasso del divertimento. Poi vai a fare i conti con te stesso e ti rendi conto che sei infelice”, ha evidenziato mons. Sorrentino.
Gioia, pace e speranza, ha detto il vescovo, sono “tre parole che dobbiamo riscoprire, tre parole da riscoprire proprio in questo anno speciale: il Giubileo. La parola Giubileo viene da giubilo quindi da gioia e dobbiamo riscoprirla ancora di più qui ad Assisi. L’anno prossimo proprio ad Assisi avremo due eventi speciali: uno è l’ottavo centenario del Cantico di Frate Sole che celebra in Cantico di Francesco e l’altro è la canonizzazione cioè la proclamazione che il Papa farà di questo giovane milanese, Carlo Acutis, approdato qui ad Assisi sulle orme di San Francesco e di Santa Chiara. Dunque quest’anno è proprio un anno specialissimo per tutta la Chiesa e per noi doppiamente speciale”.

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