“Il Natale è il tempo della nostra rinascita perché possiamo aprirci alla speranza”. Lo ha affermato mons. Giuseppe Pellegrini, vescovo di Concordia-Pordenone, durante la celebrazione eucaristica nella notte di Natale.
“Papa Francesco – ha osservato il presule – ha appena aperto la Porta Santa della basilica di San Pietro per dare inizio all’Anno Santo, il Giubileo 2025 che ha voluto dedicare al tema della speranza. Speranza che ‘non delude’, come recita il titolo della Bolla di indizione Spes non confundit; speranza necessaria in un’epoca del mondo che, tra guerre, divisioni, povertà, crisi climatiche, sembra prospettare solo angoscia e afflizione”. “Un’occasione di ‘riflessione’ e ‘raccoglimento’, perché – ha ammonito – l’Anno giubilare possa essere un tempo di spiritualità, rinascita, perdono e liberazione sociale. Non smettiamo di scorgere la vita che nasce in noi, nelle nostre comunità, nella Chiesa e nel mondo intero”.
Riferendosi al Natale, il vescovo ha sottolineato che “Dio si è fatto carne, parola che richiama la nostra umanità e la nostra fragilità, entrando fino in fondo nella nostra condizione umana”. “Con il Natale – ha proseguito – Dio si fa umanamente presente, invitandoci ad aprire il cuore e a guardare il mondo e l’umanità da una nuova prospettiva: quella dell’amore”. “Dio ci ama e ci salva liberandoci dal male e dal peccato che offusca il cuore di ogni persona. Si tratta di una salvezza che non capita per una vittoria elettorale o gridata con proposte fantastiche e irraggiungibili, ma che avviene nell’umiltà e ci raggiunge dal basso, come dono di prossimità”, ha continuato, sottolineando che “è un Dio che non scappa dalle vicende umane, ma le abita insieme con noi. Assumendo la nostra umanità nel Figlio, Dio ha messo dentro ciascuno di noi una parte della sua divinità. Per questo nella vita e nella storia di ogni persona esistono sprazzi di santità e di luce perché la nostra carne è mescolata con quella di Dio”. Con il Natale, ha rilevato, “il Signore Gesù nasce ancora una volta per noi e ci chiede di aprire il nostro cuore per accoglierlo, povero e umile, nella nostra vita”. “Dio – ha assicurato mons. Pellegrini – non rimane indifferente alle tragedie della storia umana, non ci guarda dall’alto o da lontano, non ha ribrezzo della nostra miseria, ma si fa coinvolgere assumendo pienamente la nostra condizione umana, fino a dare la sua vita per noi, svuotando se stesso e facendosi uomo per puro amore, abbracciando la nostra debolezza e le nostre miserie”.