“Assumersi le proprie responsabilità nazionali e storiche, lavorare per risolvere i problemi in autonomia e non lasciare che altri interferiscano nelle questioni interne irachene”. È quanto ha chiesto il card. Louis Raphael Sako, patriarca caldeo, agli iracheni, durante la messa della vigilia di Natale, celebrata il 24 dicembre sera, presso la cattedrale di San Giuseppe nella zona di Karrada, nel centro di Baghdad, alla presenza del primo ministro Mohammed Shia al-Sudani, di un gruppo di autorità religiose e diplomatiche e un gran numero di fedeli che hanno affollato la cattedrale. Riferendosi ai “cambiamenti regionali e internazionali che hanno creato una nuova situazione nella regione”, il patriarca Sako ha invitato tutti gli iracheni a “tornare alla loro identità nazionale irachena” che deve essere “inclusiva, con piena cittadinanza, vera riconciliazione e partecipazione positiva in tutti i campi sociali, culturali, economici e politici per il bene di tutti”. Dunque, lavorare per “lo stato di diritto e di giustizia, per uno Stato che soddisfi le aspirazioni del popolo e tenga conto della diversità della società sia religiosa che nazionale”. Una riforma dello Stato in questa direzione “incoraggerà gli sfollati e i migranti a tornare in Iraq e a contribuire con le loro competenze alla sua costruzione e alla sua prosperità”. Dal canto suo, riferisce il patriarcato caldeo, il primo ministro si è congratulato con tutti i cristiani in Iraq e nel mondo per il Natale, chiedendo a Dio, in questa occasione, di donare a tutti gli iracheni sicurezza, pace e prosperità”. Il premier ha, inoltre, riconosciuto che il Natale è “un’opportunità per l’umanità di rivedere se stessa, di riconsiderare gli insegnamenti di Cristo per avere la purezza dei cuori e delle menti”. “L’Iraq – ha aggiunto – è un luogo storico del cristianesimo in Medio Oriente, i cristiani hanno contribuito nel corso della storia alla costruzione delle civiltà della Mesopotamia e hanno sempre lavorato per costruire il loro Paese con sincerità e dedizione”. “Il Natale – ha concluso – è un’occasione per costruire un Iraq plurale e unito, pluralità che rappresenta una fonte di forza per tutti gli iracheni”.