“Lo sviluppo integrale dell’uomo e della società è il nuovo nome della pace, e il cammino verso la pace passa attraverso lo sviluppo”. A ricordarlo è il patriarca maronita, card. Bechara Boutros Rai, nel suo messaggio di Natale indirizzato ai fedeli libanesi. Un testo che esorta alla speranza, sulla linea dettata da Papa Francesco con il Giubileo, aperto il 24 sera in San Pietro. La speranza, scrive il patriarca maronita, “è un legame tra la fede e l’amore, e quindi è la virtù più cara al cuore di Dio. Non c’è disperazione per quanto terribili siano le circostanze e gli orrori. Tutta la nostra fiducia è riposta nelle promesse di Cristo, contando non sulle nostre forze, ma sull’aiuto della grazia dello Spirito Santo”. La buona notizia, quindi, è che “La speranza non delude”, essa “si rinnova ogni giorno, in ogni luogo, in ogni tempo e per ogni popolo della terra. Questo è il messaggio che noi portiamo al mondo come cristiani, ed è il fondamento della cultura cristiana”. Il cardinale sottolineando, inoltre, il legame “inscindibile” tra la Parola di Dio e la cultura, esorta tutte le istituzioni educative cattoliche del Paese a “contribuire alla costruzione della società attraverso l’educazione, all’approfondimento della cultura libanese e allo sviluppo dei legami intergenerazionali, e permettere ai giovani di affrontare il loro futuro con serenità e di trovare ragioni per vivere e sperare”. Ma in particolare di educare alla “cultura della neutralità”. Scrive Bechara Rai: “Non c’è salvezza per il Libano se non tornando alla cultura della neutralità positiva e attiva, che è nella natura del suo sistema politico”. Questo significa che in Libano ci deve essere “un solo esercito, non due eserciti, una sola politica, non due politiche, e che non entri in guerre, conflitti o alleanze, ma piuttosto mantenga con le proprie forze la sovranità del suo territorio e lo difenda contro ogni aggressore, e che eviti di interferire negli affari degli Stati. Questa neutralità consente al Libano di svolgere il suo ruolo attivo come luogo di incontro e dialogo tra culture e religioni, e come difensore della pace nella regione”. La neutralità, rimarca ancora il patriarca maronita, “crea un’eredità di stabilità e credibilità che aumenta la fiducia degli investitori e dei partner commerciali. La neutralità nella politica internazionale consente ai paesi neutrali di beneficiare economicamente del fatto di rimanere non allineati durante i conflitti”. Ne deriva che i libanesi hanno bisogno “di una nuova cultura politica basata sulla competenza, la credibilità, la lealtà, l’amore, i diritti, il diritto e la virtù”. Chiudendo il messaggio il cardinale esorta a guardare “con fiducia e ottimismo al 9 gennaio prossimo, giorno fissato per l’elezione del Presidente della Repubblica dopo un vergognoso vuoto di due anni e due mesi, contrario alla Costituzione”. Un vuoto, denuncia il card. Rai, “ingiustificato”. “Collochiamo l’elezione del nuovo Presidente nel quadro dell’Anno Santo 2025 indetto da Papa Francesco, e auguriamo a tutti voi buon anno e benedizioni per la nascita di Gesù Cristo”.