Natale: mons. Cevolotto (Piacenza-Bobbio), “diventiamo ‘artigiani di pace’ nella vita di tutti i giorni, affiniamo uno sguardo ‘non indifferente’”

“Nei giorni scorsi ho ricevuto un messaggio d’auguri natalizi che riportava la citazione di un testo di S.B. Pierbattista Pizzaballa: ‘Il Natale è stato reso possibile dallo spazio che Maria e Giuseppe hanno offerto a Dio e al Bambino che veniva da Lui. Non sarà diversamente per la giustizia e la pace: non ci sarà giustizia, non verrà la pace senza lo spazio aperto dal nostro disponibile e generoso’”. Parte da qui il vescovo di Piacenza-Bobbio, mons. Adriano Cevolotto, per rivolgere gli auguri per le festività natalizie alla comunità diocesana,
“Queste parole, accompagnate dai ripetuti appelli di Papa Francesco a intensificare la preghiera per invocare il dono della pace per tutti i popoli travolti dalla follia della guerra, rappresentano certamente – commenta il presule – un forte invito a vivere questo Natale ‘lasciandoci ferire’ dagli effetti devastanti causati da piogge di missili che, ogni giorno, seminano distruzione e morte, causando migliaia di vittime innocenti, bambini in testa. Ma non solo”. “Queste parole – prosegue mons. Cevolotto – ci spronano soprattutto, proprio nel momento in cui facciamo memoria della nascita di Gesù, il ‘Principe della Pace’ (Isaia 9,6) a divenire nel suo nome ‘artigiani di pace’ nella vita di tutti i giorni, pronunciando quel ‘sì’ disponibile e generoso che può essere lo spazio aperto in cui giustizia e pace riescono a germinare anche in ciascuno di noi e nelle nostre relazioni. Aiutandoci a superare una possibile deriva, quella della rassegnazione fatalistica o, peggio ancora, dell’indifferenza di fronte alla vita e alla sofferenza dell’altro”. “Un ‘sì’ – rileva il vescovo – necessario perché la nostra esistenza, civile ed ecclesiale, si costruisce grazie agli eventi che viviamo e alle relazioni che instauriamo con gli altri. Quando non vediamo più l’altro, non ascoltiamo più il suo grido e i fatti della storia non ci interpellano più, allora precipitiamo in una sorta di anestesia interiore, condizione di chi è biologicamente vivo, ma spiritualmente morto”.
“L’indifferenza – ammonisce mons. Cevolotto – è la vera minaccia al Natale. Mi sembra che la nostra città e la nostra Chiesa debbano continuamente ricercare e affinare uno sguardo ‘non indifferente’ se vogliono vivere all’altezza della loro vocazione”. “La sensazione – osserva – è che di fronte ai grandi conflitti come a quelli più ordinari che si consumano anche all’interno delle nostre case, comunità ecclesiali e della città si ceda spesso alla tentazione dell’indifferenza e ci si consegni, a volte anche in modo inconsapevole, a una sorta di fatalismo e di rassegnazione. Occorre invece ritrovare il coraggio di credere che il male non è onnipotente. Che è possibile resistergli, nel nome di Colui che è il datore della vera pace”. “Il Natale ci aiuti a credere nella forza della pace che brilla nel volto di un bambino, fragile ma onnipotente nell’amore”, conclude il vescovo.

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