“La notizia della tragica morte di Anna e di Maria che ha fatto cadere nello sconforto le loro famiglie e le loro comunità di San Pietro a Maida e di Curinga, ha lasciato attoniti pure tutti noi. In queste ore in cui il mondo intero attende la nascita del Bambino Gesù e l’apertura della Porta Santa che darà l’avvio alle celebrazioni del Giubileo, la Chiesa di Lamezia piange due sue figlie morte prematuramente in un drammatico incidente. A nome mio e della Chiesa lametina, esprimo vicinanza e preghiera alle loro famiglie dilaniate da un dolore immenso che è entrato prepotentemente nelle loro vite”. Così mons. Serafino Parisi, vescovo di Lamezia Terme, in una messaggio del vescovo a seguito della morte delle due giovani la notte scorsa in un incidente stradale a San Pietro a Maida.
“Stanotte celebreremo l’Incarnazione del Figlio di Dio che ‘si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori’ (Isaia 53,4) ed in questa notte il nostro pensiero e le nostre preghiere andranno a loro, ai loro cari, ai loro amici, ai loro affetti, come pure alle famiglie degli altri tre ragazzi rimasti feriti”, prosegue il presule, dicendosi certo che “il Signore ‘asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate’ (Apocalisse 21,4)”. “Intanto, purtroppo, si continua a morire”, osserva mons. Parisi, sottolineando che “la nascita del Salvatore ci dice che la nostra fragilità e la nostra caducità sono abitate dal Figlio di Dio che ha attraversato l’umano soffrire e che, se ancora la morte sembra spavaldamente vincere, la fede ci fa sperimentare – proprio nel baratro del dolore – la presenza e la vicinanza del nostro Redentore”. “Lo sussurro con tenerezza e convinzione e nel rispetto del grande dolore: la fede – conclude il vescovo – può offrirci occhi rinnovati per contemplare con lo sguardo di Dio la triste realtà che, senza umanamente poterla comprendere, a noi si impone e particolarmente oggi ci invita a riflettere sul bene della vita e sul bisogno della sua custodia e della sua cura”.