“Si apre davanti a noi un anno importante in cui riscoprire le radici della nostra fede e della speranza cristiana”. Lo sottolinea il vescovo di Casale Monferrato, mons. Gianni Sacchi, in un messaggio alla diocesi alla vigilia dell’apertura del Giubileo 2025.
Questa sera, ricorda il presule, “Papa Francesco aprirà la Porta santa di San Pietro che darà il via all’Anno giubilare ordinario del 2025”. “Il Papa dispone anche che in tutte le diocesi del mondo si apra solennemente l’Anno Santo la domenica della Santa famiglia di Nazaret il 29 dicembre”, prosegue il vescovo, evidenziando che “oltre al Santo Natale, ci apprestiamo a vivere anche questo momento con una solenne celebrazione che inizierà nella chiesa di San Domenico alle 15.30 per concludersi, dopo un breve pellegrinaggio a piedi, in cattedrale con l’Eucarestia”. “Invito tutte le nostre comunità parrocchiali con i loro sacerdoti ad essere presenti a questa celebrazione così peculiare e significativa per il cammino della nostra Chiesa cattolica”, l’esortazione di mons. Sacchi, annunciando che durante l’Anno santo “nella nostra diocesi ci saranno momenti celebrativi e atti concreti di carità che riguarderanno tutte le unità pastorali e momenti riflessivi e di approfondimento che ci aiuteranno a ridirci le ragioni della speranza che è in noi”. Riferendosi poi al tema scelto dal Papa per il Giubileo, il vescovo invita a riflettere: “Pensiamo per un momento a tante pagine del Vangelo: la speranza è celata in un piccolo seme di senapa che diventa un albero grande, si trova in quella manciata di lievito che è in grado di far fermentare tutta la massa della pasta, è in quei due pani e cinque pesci che toglieranno la fame a migliaia di persone, è in una ragazza che con il suo ‘sì’ a Dio dà un volto nuovo all’umanità, è nascosta nella fragilità e impotenza della croce, è dentro un po’ di pane e di vino che diventano per noi vita immortale”. “Per noi – conclude mons. Sacchi – la speranza è una sorgente inesauribile che ci permette di non arrenderci mai, di inventare strade nuove, di rialzarci ogni volta che cadiamo… come un bambino che impara a camminare”.