Natale: Anmil e Mlac, in Piemonte l’“Albero della sicurezza” per ricordare le vittime sul lavoro

Albero della Sicurezza (Foto E. Giannese)

Un albero composto da caschi colorati, emblema del delicato tema della sicurezza e ricordo indelebile delle vittime sul lavoro. Si chiama “Albero della sicurezza” ed è un’opera nata dalla mente dell’artista Francesco Sbolzani e donata alla Fondazione “Sosteniamoli subito” dell’Anmil (Associazione nazionale mutilati e invalidi sul lavoro), poi diffusa grazie alla collaborazione con Mlac (Movimento lavoratori di Azione Cattolica), che sta facendo il giro dell’Italia. In questi ultimi giorni, tante piazze e paesi stanno accogliendo l’opera. Anche il Piemonte ha accolto l’iniziativa e il comune di Condove, in provincia di Torino, nella giornata di sabato 21 dicembre, ha inaugurato l’installazione dell’opera alla presenza del sindaco del paese e vicesindaco della Città Metropolitana, Jacopo Suppo, dei sindacati, del segretario diocesano del movimento lavoratori dell’Azione Cattolica per la diocesi di Torino, Paolo Ferroni e del presidente dell’Azione Cattolica di Susa, Marino Giaccone. “Ogni anno in Italia si verificano oltre 1 milione di incidenti sul lavoro, che provocano 25.000 feriti e 1.200 morti – ha spiegato Suppo – numeri da guerra, che nel 2024 ci devono impegnare tutti per contrastare questo fenomeno”. Presente anche Donatella Giunti, del Gruppo cattolici per la Vita della Valle di Susa, che ha ricordato la Rerum Novarum, pubblicata da Papa Leone XIII nel 1891, considerata fondamento della dottrina sociale della Chiesa, con la quale viene espressa una posizione sui temi legati alle nuove condizioni di vita e di lavoro generate dalla rivoluzione industriale, a sottolineare come da molto tempo la Chiesa si sia mossa per la tutela della dignità e della sicurezza dei lavoratori. Giunti ha inoltre ripreso le parole di Papa Francesco: “La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane, che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore. Per questo, la legalità va vista come tutela del patrimonio più alto che sono le persone. Lavorare in sicurezza permette a tutti di esprimere il meglio di sé guadagnando il pane quotidiano. Più curiamo la dignità del lavoro e più siamo certi che aumenterà la qualità e la bellezza delle opere realizzate”. “Quando si parla di temi sociali il Papa è sempre un faro – ha spiegato Giaccone – può indicarci quali sono le richieste di cui ha diritto l’essere umano per la sua dignità. Il Papa su questo ci dà grandi indicazioni e ci richiede un impegno costante”. “Il magistero di Papa Francesco – ha aggiunto Ferroni – è molto incentrato sul fatto che la testimonianza dei cristiani viene data soprattutto nella vita di tutti i giorni e quindi le sue encicliche sono tutte molto legate all’aspetto sociale, al mondo del lavoro, al mondo della politica, e richiama molto l’attenzione di tutta la Chiesa su questo aspetto”.

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