“Preghiamo per la pace in questo Natale: che il Signore che viene nel mondo conceda pace!”. Lo ha detto l’arcivescovo di Foggia-Bovino, mons. Giorgio Ferretti, incontrando le autorità civili e militari per lo scambio degli auguri di Natale.
“Nella nostra terra non mancano i problemi, ma io sento un desiderio crescente di riscatto tra di noi e nella gente. Certo vi è il pericolo di uno scollamento tra il popolo e le istituzioni. Gli accadimenti dei mesi scorsi all’ospedale Riuniti mostrano come la sfiducia verso medici, insegnanti, amministratori, istituzioni, sia un cancro pericolosissimo che si può combattere solo con il nostro attento impegno”, ha evidenziato il presule, ricordando che “purtroppo al di sotto della Capitanata è ancora presente una tossicità, una atavica sub-cultura mafiosa del fare per sé, del prevaricare i deboli quando possibile e ossequiare i potenti. Giustificata in parte da passati comportamenti deprecabili della politica, una concezione di vita da ‘furbo’ erode la convivenza e ostacola lo sviluppo della nostra società”.
L’arcivescovo ha, quindi, citato il “caporalato, che è un fatto storico, una vergogna antica di questa terra, si rinnova nello sfruttamento di chi è emigrato e cerca onestamente un futuro migliore. Lo sfruttamento e la schiavitù sono inaccettabili nel terzo millennio e vanno combattuti con estrema determinazione”.
I decenni passati sono stati anche “segnati dalla criminalità, che ha seminato morte e sopruso, ha insinuato paura e rassegnazione, perfino nelle comunità cristiane. C’è stata una narrativa negativa sul nostro territorio e questo ha ferito in particolare i giovani. La cosa più triste è vederli emigrare a causa della disoccupazione, perché non hanno speranza sul futuro della nostra provincia. Questo sentimento triste è stato giustificato anche da un’instabilità istituzionale nel territorio e, in particolare, nel comune di Foggia”.
Ma, l’invito di mons. Ferretti, “non dobbiamo cedere al vittimismo, mai! Esso è un peccato mortale contro la nostra terra e contro i nostri giovani. Il vittimismo autorizza e pensare a se stessi dimenticando il bene comune, giustifica l’egoismo e violenta l’entusiasmo dei giovani. Basta parlar male di Foggia; che non significa fingere di non vedere i problemi, ma solo non anteporli alla volontà di cambiamento”.
Alla vigilia di questo Natale “sentiamo un vento nuovo soffiare e vogliamo aprirci alla speranza”. In questi giorni, “la nostra Caritas, la Comunità di Sant’Egidio, le parrocchie – ha rammentato – organizzano pranzi e solidarietà con i poveri. Tanti foggiani chiedono di sostenerci e di aiutare. Questo è lo spirito giusto! In questo senso tutte le parrocchie con la Caritas faranno un segno all’inizio dell’anno giubilare. Per l‘’emergenza freddo’, porteremo più pasti caldi per strada e stiamo approntando posti letto per salvare vite dall’inverno”.
Insomma, cosa manca? “Possiamo lavorare con entusiasmo e ottimismo verso il futuro. Siamo in tanti, crediamo nell’Italia e amiamo la nostra terra: uniti possiamo fare molto”.