“I migranti sono in pericolo, non un pericolo”. È la nota congiunta diffusa ieri da Migrantes e di Caritas Calabria. “Mentre si avvicina il Natale ed è tradizione pensare ai bisognosi, ai popoli in guerra, ai poveri in maniera anche astratta, proprio in queste ore in mare continuano a morire persone tra l’indifferenza della maggioranza delle persone che si professano cristiane”, si legge nel testo, in cui si ricorda che “è di qualche giorno fa la notizia dell’ennesimo naufragio con 20 morti e c’è ancora in mare un’altra imbarcazione in difficoltà con a bordo un centinaio di persone”. Caritas e Migrantes evidenziano che “non possiamo più dormire tra cuscini profumati quando bambini, donne, uomini hanno per coperta il mare e per cuscino le onde”. Per gli organismi “non possiamo solo accendere le luci del presepe e cantare le nenie natalizie, ma è l’ora di alzare la testa e voce”, per “ridare dignità alle persone che toccano la nostra terra, non possiamo girarci dall’altra parte ma dobbiamo andare incontro a loro a braccia aperte”. Caritas e Migrantes sottolineano, inoltre, che “queste persone, questi giovani e bimbi che arrivano con lo sguardo impaurito con uno zaino pieno di sofferenza ma anche di tanti sogni, sono persone, sono nostri fratelli, sono carne viva di Cristo”. Infatti – si legge ancora nella nota – “hanno lo stesso sguardo dei nostri bambinelli, che poeticamente vogliamo vedere solo candido e non candido e indifeso. Indifesi infatti sono spesso i bambini migranti”. Insieme, Migrantes e Delegazione Caritas regionali, “nell’esprimere preoccupazione e dolore per il clima di indifferenza di fronte alla morte di tante persone che sognano un mondo libero dall’ingiustizia”, sentono il dovere di “auspicare la cura e la custodia di questa umanità sofferente, dove l’altro è una ricchezza che apre a nuovi mondi e non uno strumento ideologicamente usato per difendere i confini”.