Consiglio europeo: Costa (presidente), “determinati nel sostegno all’Ucraina”. Ma la realtà sembra diversa

(Foto Consiglio europeo)

“Per quanto riguarda l’Ucraina, posso dire che l’umore nella sala” del Consiglio europeo “era di forte determinazione. E il nostro messaggio rimane cristallino: l’Unione europea è unita in suo sostegno per ottenere una pace completa, giusta e duratura. Non una pace qualsiasi, non una capitolazione. Solo l’Ucraina, in quanto Paese aggredito, può legittimamente definire cosa significhi la pace, e se e quando saranno soddisfatte le condizioni per negoziati credibili”. Antonio Costa ha commentato così ieri in tarda sera le conclusioni del summit dei 27 capi di Stato e di governo svoltosi a Bruxelles. Parole di eccessivo ottimismo, forse, perché in realtà sono emerse divisioni sul prosieguo degli aiuti – militari e finanziari – a Kiev. Alcuni leader si stanno smarcando, mentre altri, come il tedesco Scholz, che hanno fornito cifre considerevoli e aiuti concreti reclamano lo stesso impegno dagli altri Stati Ue. Il vertice ha visto la richiesta del presidente Zelensky di ulteriori aiuti, sottolineando come “l’Europa da sola non basta”, e invocando un ulteriore coinvolgimento di Usa e Nato. Ma la sua fiducia verso le scelte di Trump, che entrerà in carica il 20 gennaio, appare modesta. Inoltre ci sono Paesi “troppo amici di Putin”, ha lasciato intendere Zelensky, puntando l’indice verso l’ungherese Orban. Il quale, non ha caso, sembra contrario a nuove sanzioni verso la Russia. Il Consiglio europeo di Bruxelles si è fra l’altro incrociato con la conferenza stampa di fine anno di Putin, che ha detto di voler trattare con Trump e con il presidente “legittimo” dell’Ucraina, che emergerebbe da nuove elezioni. “È un pazzo”, ha affermato, deciso, Volodymyr Zelensky.

Costa ha aggiunto: “Ora è il momento di rafforzare l’Ucraina. E la discussione” al summit “ha confermato che l’Unione europea è pronta a fare tutto il necessario, per tutto il tempo necessario, per mettere l’Ucraina in una posizione di forza per ciò che verrà dopo. Questo è il messaggio che abbiamo dato al Presidente Zelensky”.
“Per raggiungere questo obiettivo, stiamo adottando misure concrete: in primo luogo, implementeremo il 15° pacchetto di sanzioni contro la Russia che abbiamo approvato questa settimana”, ma sul quale c’è la spada di Damocle di Orban. “In secondo luogo, abbiamo già erogato circa 130 miliardi di euro di sostegno finanziario e ne erogheremo altri 30 miliardi nel 2025. In terzo luogo, aumenteremo la pressione su coloro che contribuiscono direttamente o indirettamente all’escalation internazionale della guerra e danneggiano la pace internazionale. e sicurezza sostenendo la Russia. Infine, Ursula von der Leyen e io continueremo a esplorare modi e mezzi per aumentare il supporto all’Ucraina”.
“Un’ultima parola sull’Ucraina. Vorrei essere molto chiaro su cosa riguarda questo conflitto. La guerra di aggressione della Russia non è solo una guerra sul territorio europeo. È una guerra contro la comunità internazionale. Perché la Russia sta violando i principi universali e fondamentali della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale: sovranità, integrità territoriale, autodeterminazione”.

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