“Consapevoli che molto lavoro nel nostro Paese, e specificamente nella nostra regione, viene generato con l’esportazione di armi si ritiene necessario e urgente un impegno ad una riconversione industriale perché si possa gradualmente abbandonare questo mercato di morte senza conseguenze occupazionali”. È quanto si legge nell’appello diffuso nei giorni scorsi dal Tavolo Giustizia e Solidarietà della Chiesa di Genova e intitolato “Il coraggio della pace”. Dal 2000, il Tavolo Giustizia e Solidarietà opera come espressione diocesana. Lo compongono 13 associazioni ed enti ecclesiali: Caritas diocesana di Genova, Fondazione Auxilium, M.a.s.c.i. Liguria, Azione Cattolica, Cvx – Comunità di vita cristiana, Movimento Rinascita Cristiana Liguria, Komera Rwanda, Centro italiano femminile (Cif), Associazione Il Nodo sulle Ali del Mondo, Tanzania Diaspora Genova, Amici della Tanzania, Suore Missionarie di Nostra Signora degli Apostoli di Genova, Movimento dei Focolari.
“Nello scenario di guerra che colpisce tanti popoli e in prossimità dell’inizio del Giubileo 2025 – recita il testo dell’appello – il Tavolo diffonde un accorato appello per ribadire la cultura della pace, ricordando la posizione della Chiesa e il dettato Costituzionale italiano sul tema della guerra, in contrasto ai crescenti dati sulle spese in armamenti, sul traffico e l’esportazione di armi. Davanti a centinaia di migliaia di vittime sui fronti e nelle popolazioni, il Tavolo ricorda che abbiamo bisogno di percorsi di educazione alla pace e alla nonviolenza ma anche di un impegno serio per la riconversione delle importanti imprese che, anche sul territorio ligure, si occupano della produzione di armamenti”.
“Nel mondo – continua l’appello – sono attivi 56 conflitti, il numero più alto mai registrato dalla 2° guerra mondiale. Sappiamo che i conflitti bellici causano una sovrapproduzione di armamenti e che l’industria bellica, per svilupparsi, ha bisogno di destinare le armi in teatri di guerra attivi. Solo in Italia negli ultimi 5 anni c’è stato un incremento del 77% nella produzione di nuovi e sempre più micidiali armamenti”. Nell’appello il Tavolo ricorda, inoltre, che la Costituzione, che è stata scritta con il contributo importante dei cattolici, all’Art. 11 “ripudia la guerra” non solo come “strumento di offesa alla libertà degli altri popoli” ma anche “come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. E che “la Chiesa cattolica ammette solo la liceità della guerra difensiva ma a precise condizioni tra cui, prima di tutto stabilire quando una guerra possa definirsi difensiva: non è sufficiente sostenere che si interviene come risposta ad un’aggressione, bisogna aver provato ogni altra via di mediazione senza aver ottenuto risultati”.