“Gesù è figlio di Davide, innestato da Giuseppe in quella dinastia e destinato ad essere il Messia d’Israele, ma è anche figlio di Abramo e di donne straniere, destinato quindi ad essere la luce delle genti”. Lo ha detto il Papa, commentando, nella catechesi di oggi in Aula Paolo VI, la genealogia di Gesù. “Nessuno si dà la vita da se stesso, ma la riceve in dono dagli altri”, ha commentato Francesco. “Diversamente però dalle genealogie dell’Antico Testamento, dove appaiono solo nomi maschili, perché in Israele è il padre a imporre il nome al figlio, nella lista di Matteo tra gli antenati di Gesù compaiono anche le donne”, ha sottolineato il Papa: “Ne troviamo cinque: Tamar, la nuora di Giuda che, rimasta vedova, si finge prostituta per assicurare una discendenza a suo marito; Racab, la prostituta di Gerico che permette agli esploratori ebrei di entrare nella terra promessa e conquistarla; Rut, la moabita che, nel libro omonimo, resta fedele alla suocera, se ne prende cura e diventerà la bisnonna del re Davide; Betsabea, con cui Davide commette adulterio e, dopo aver fatto uccidere il marito, genera Salomone; e infine Maria di Nazaret, sposa di Giuseppe, della casa di Davide: da lei nasce il Messia, Gesù”. “Le prime quattro donne sono accomunate non dal fatto di essere peccatrici, come a volte si dice, ma di essere straniere rispetto al popolo d’Israele”, ha puntualizzato Francesco: “Ciò che Matteo fa emergere è che, come ha scritto Benedetto XVI, ‘per il loro tramite entra nella genealogia di Gesù il mondo delle genti – si rende visibile la sua missione verso ebrei e pagani’”. “Mentre le quattro donne precedenti sono menzionate accanto all’uomo che è nato da loro o a colui che l’ha generato, Maria, invece, acquista particolare risalto”, ha concluso il Papa: “segna un nuovo inizio, è lei stessa un nuovo inizio, perché nella sua vicenda non è più la creatura umana protagonista della generazione, ma Dio stesso”.