“Papa Francesco è il primo Papa a confrontarsi con la crisi della democrazia”. Lo ha detto il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, intervenendo al convegno “Chiesa e democrazia. A 80 anni dal radiomessaggio di Pio XII del Natale 1944”, in corso a Roma all’Istituto Sturzo. “Già da arcivescovo di Buenos Aires -ha fatto notare il cardinale – Bergoglio denunciava il divario tra governo e popolo, la degenerazione della politica”. “Difendere la democrazia significa valorizzare i corpi intermedi”, ha spiegato il presidente della Cei: “non basta più saldare il divario tra élite e popolo, è in corso un’erosione che svuota tutti e due. Non c’è solo la crisi della classe dirigente, ma anche la crisi dei popoli”. “La democrazia non è mai data una volta per sempre”, il monito di Zuppi, secondo il quale “c’è una mancanza di manutenzione della democrazia, così come di manutenzione della pace”. Di qui l’attualità dei temi discussi durante la Settimana sociale di Trieste, “in un mondo dominato dalla guerra come non accadeva dal 1945, e un cui i pezzi della guerra mondiale si saldano in una pandemia che non suscita reazioni come era accaduto con la pandemia da Covid”. “La guerra – ha denunciato il cardinale – è diventata la normalità, si fa fatica a chiamare in causa le responsabilità della comunità internazionale”.