(Strasburgo) Con il Premio Sakharov “voi oggi riconoscete la lotta instancabile che milioni di venezuelani hanno condotto, per più di 25 anni, dentro e fuori il nostro Paese, per la libertà e la democrazia”. María Corina Machado, riconosciuta leader dell’opposizione democratica nel Paese latinoamericano, è intervenuta da remoto alla cerimonia di assegnazione del Sakharov. In emiciclo era rappresentata da una figlia. “Dopo anni di aggressione sistematica da parte di uno dei regimi più distruttivi del pianeta, questo coraggioso popolo venezuelano ha dato infinite testimonianze di coraggio, intelligenza, resilienza e amore. Amore per i nostri figli, per la nostra terra e per la nostra libertà”. Machado, intervenendo dopo il Presidente eletto (ma non riconosciuto dal dittatore Maduro) Edmundo González Urrutia, ha dichiarato: “Il Venezuela, che era la democrazia più prospera e stabile dell’America Latina, 25 anni fa cadde nelle mani di un regime criminale, alleato dei peggiori autocrati del pianeta. Il Paese con le più grandi riserve petrolifere del mondo è stato saccheggiato dai nemici della libertà, che lo hanno trasformato in un’enclave per destabilizzare l’Occidente, e lo hanno gettato nella povertà, nella miseria e nella tristezza. Per un quarto di secolo hanno cercato di separarci, di indebolirci e di sottometterci. Hanno applicato la dottrina del nemico interno. Con la predicazione sistematica dell’odio hanno cercato di metterci gli uni contro gli altri, popolo contro popolo; ricchi e poveri, sinistra e destra, bianchi e neri, tra chi emigra e chi non lo fa, e anche in base alle nostre convinzioni religiose. Cercavano di indebolire la famiglia, il nucleo stesso della società, mettendo genitori, figli e fratelli gli uni contro gli altri”. “Hanno inoltre intrapreso la distruzione di ogni istituzione democratica, dalla magistratura autonoma al voto popolare”. Nel Paese si è diffusa una grave povertà: “Da qui la massiccia emigrazione che subiamo oggi. Più di un quarto della nostra popolazione ha lasciato il Paese. Soffriamo la peggiore crisi di migranti e rifugiati del pianeta”.