Natale: Bolzano, il vescovo in visita alla casa circondariale. Ai detenuti, “lasciate che sia la speranza a respirare in voi”

(Foto diocesi di Bolzano-Bressanone)

Tra gli incontri prenatalizi del vescovo di Bolzano-Bressanone, mons. Ivo Muser, non manca mai la visita nella casa circondariale di via Dante a Bolzano, dove anche quest’anno ha celebrato una liturgia della Parola assieme ai detenuti, al personale della struttura, a rappresentanti delle istituzioni e volontari. “Mi fanno sempre grande impressione – ha detto il vescovo – le tante porte che caratterizzano questo ambiente: porte sbarrate, porte che si aprono, porte che si chiudono. Nella notte di Betlemme Dio si fa uomo e bussa alla porta del mondo, con la delicatezza e la fragilità di un bambino: questo Dio continua a bussare alla porta del cuore di ogni uomo e non dobbiamo aver timore di accoglierlo. Non lasciamo che lo sconforto, la sofferenza e il dolore prendano il sopravvento. Lasciamo che la luce del Natale arrivi ad illuminare le piccole o grandi oscurità del presente”.
Mons. Muser ha ricordato che nella notte di Natale inizierà l’Anno Santo e che saranno aperte le Porte nelle quattro basiliche principali di Roma (San Pietro, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le Mura): “Ma ci sarà anche una quinta Porta, fortemente voluta da Papa Francesco, quella del penitenziario romano di Rebibbia. Queste Porte Sante sono il simbolo di ciò che è avvenuto nella notte di Betlemme e in tutta la vita di Gesù: Dio apre la sua porta all’umanità intera”, ha spiegato il vescovo.
Sarà un Giubileo nel segno della speranza, ha proseguito il presule, “e noi tutti abbiamo bisogno di speranza. Il respiro della speranza non può essere soffocato da niente e da nessuno, perché è la tensione verso il futuro per trasformare la vita, è una spinta verso il domani”.
In tal senso mons. Muser ha ringraziato quanti nella struttura “si adoperano ogni giorno per tenere accesa la luce della speranza. So che il vostro non è un servizio facile, ma vi esorto – anche nei momenti più complicati – ad essere sempre testimoni di speranza. Un grazie particolare va a tutti i volontari che operano in questa casa circondariale, che danno un volto alla speranza, venendo incontro alle tante necessità di chi si trova a trascorrere un periodo della sua vita in questa struttura”.
Dal vescovo è arrivato l’invito alla società “ad essere cauta nel giudizio e avere la capacità di perdonare”. Ai detenuti ha pertanto augurato “di poter sperimentare concretamente la vicinanza di qualcuno. Anche nel buio più profondo, nei momenti in cui il dolore è più grande e la nostalgia più pungente, lasciate che sia la speranza a respirare in voi”. Infine, il presule ha ribadito l’auspicio che si possa ancora arrivare a costruire un nuovo carcere di Bolzano. Più in generale il vescovo confida “in una forte volontà politica: anche chi ha sbagliato ha il diritto di espiare la sua pena in condizioni dignitose. E anche agli operatori bisogna garantire un ambiente di lavoro altrettanto dignitoso”.
A margine della liturgia, il direttore della casa circondariale, Giovangiuseppe Monti, e i collaboratori della San Vincenzo hanno premiato il volontario ultranovantenne Bruno Bertoldi, da 60 anni vicino ai detenuti nella struttura di Bolzano, dove attualmente i reclusi sono 118 a fronte di 88 posti regolamentari. La celebrazione è stata accompagnata dai cori di Comunione e Liberazione dell’Alto Adige.

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