L’apertura della Porta Santa a Rebibbia, il 26 dicembre per mano del Papa, sarà accompagnata dalla scultura “Io contengo moltitudini”, realizzata da artisti e detenuti e visibile solo all’interno del penitenziario, nel piazzale antistante la chiesa e vicino al luogo per i colloqui con i familiari. A febbraio, invece, sarà inaugurato lo spazio “Conciliazione 5”, una “finestra aperta sull’arte” aperta 24 ore su 24, giorno e notte, per i turisti e pellegrini che giungeranno a Roma durante tutto l’anno giubilare. Il primo artista chiamato a collaborare dal Dicastero per la cultura e l’educazione della Santa Sede sarà Yan Pei-Ming, famoso per i suoi intensi ritratti di grandi dimensioni, il quale realizzerà un corpus di nuovi lavori sul carcere di Regina Coeli che verrà svelato in occasione del Giubileo degli Artisti (15-18 febbraio 2025). Altri tre i progetti che grandi artisti internazionali realizzeranno, nel corso dell’anno giubilare, su tre grandi temi del presente: migrazioni, povertà, sfruttamento delle risorse umane e naturali. “Sono segni tangibili di speranza per chi vive in condizioni di disagio, e in particolare per i detenuti, che oltre alla durezza della reclusione sperimentano un vuoto affettivo”, ha spiegato il card. José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, presentando l’iniziativa in sala stampa vaticana. “In continuità con il Padiglione sul tema dei diritti umani e dell’attenzione agli ultimi presentato alla Santa Sede alla Biennale di Venezia, abbiamo voluto continuare il percorso all’interno delle carceri, sulla scia della grande attenzione che il Santo Padre dedica a questi luoghi fin dall’inizio del pontificato”, ha detto il cardinale. “In diverse carceri in Italia e nel mondo verranno aperte simbolicamente alcune porte della speranza”, ha annunciato Tolentino, con installazioni “affidate ad artisti di fama internazionale che, tramite la collaborazione con i detenuti, realizzeranno opere da collocare al di fuori delle mura dei penitenziari, visibili alla città e offerti non solo agli appassionati d’arte ma ad un pubblico più ampio”. Scopo delle iniziative, ha sottolineato il cardinale, è quello di “incoraggiare e sostenere esperienze che accompagnano i detenuti a vivere in modo riabilitativo la permanenza nei penitenziari, preparandosi al reinserimento della società”.
A Rebibbia, in occasione dell’apertura della seconda Porta Santa, il Dicastero – ha spiegato la curatrice, Cristiana Perrella, che cura anche “Conciliazione 5” – ha invitato l’artista Marinella Senatore a realizzare un progetto di arte partecipata: l’opera “Io contengo moltitudini”, una struttura verticale autoportante, alta circa 6 metri e dal diametro di circa 3 metri, composta da luminarie e elementi che riportano frasi in diverse lingue e dialetti. Le frasi sono state scelte tra quelle scritte da detenuti della sezione maschile e femminile in seguito ad un workshop per circa 60 partecipanti, in cui l’artista e la curatrice hanno presentato il progetto, raccontando senso e obiettivi dell’installazione e introducendo il tema del Giubileo 2025, la speranza. “Le frasi selezionate, raccolte insieme ai membri della comunità, sono espressioni potenti di speranza e si intrecciano in una narrazione comune attraverso cui l’opera diventa un luogo di incontro e condivisione”, ha spiegato Senatore: “Le luminarie, ispirate alle tradizioni popolari del Sud Italia e realizzate in collaborazione con artigiani locali, diventano architetture effimere che creano occasioni di incontro e partecipazione. La luce ha la capacità di trasformare un luogo in uno spazio speciale dove possano accadere cose speciali”. “Entrambi i progetti nascono dalla collaborazione attiva con la comunità del carcere, non solo detenuti e detenute ma anche chi nel carcere lavora”, ha sottolineato Perrella, ringraziando per questa possibilità il Dap – presente alla conferenza stampa di oggi con il capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Giuseppe Russo – e per “la grande apertura di spirito e disponibilità le direttrici dei tre istituti con cui abbiamo lavorato”.