“La Chiesa cattolica coreana continuerà a essere sempre al fianco del popolo fino alla fine per costruire un Paese in cui il principio fondamentale della democrazia, secondo cui tutti sono uguali davanti alla legge, sia rispettato, e dove nessuno possa imporre le proprie opinioni violando le procedure democratiche”. È quanto ribadisce mons. Matthias Iong-hoon Ri, presidente della Conferenza episcopale della Corea in un comunicato diffuso oggi a seguito dell’approvazione oggi della mozione di impeachment del Presidente Yoon Suk-yeol da parte dell’Assemblea Nazionale. “Ora è il momento di mettere da parte i conflitti politici e collaborare per il bene dello Stato e del benessere del popolo. Si aspetta ora il giudizio della Corte Costituzionale sulla mozione di impeachment. La Chiesa cattolica coreana auspica che la Corte valuti premurosamente questa questione cruciale, affinché il Paese possa ritrovare in ordine e la vita quotidiana dei cittadini torni alla normalità il prima possibile”. Il presidente dei vescovi coreani ricorda come nell’ultima settimana, il nostro popolo abbia “subito momenti difficili. Tuttavia, come sempre, ha mostrato una grande pazienza, sollecitando, attraverso azioni democratiche e moderate, il Parlamento a prendere una decisione giusta. Oggi, l’Assemblea Nazionale ha approvato la mozione di impeachment contro il Presidente Yoon Suk-yeol”. Mons. Iong-hoon Ri ricorda che la Corea del Sud ha già vissuto la destituzione di un Presidente durante il suo mandato a seguito di un impeachment. “Speravamo – commenta – che un evento simile non sarebbe più successo, ma la storia, ancora una volta, si è ripetuta. Indipendentemente dal fatto che si sostenga o meno il Presidente, è estremamente spiacevole trovarci di fronte alla necessità di destituire il Capo dello Stato con un impeachment”.
“Ciò che più importante – afferma il vescovo – è che il Presidente eserciti i propri compiti in modo sincero e responsabile, nel rispetto della Costituzione e delle leggi. Se, nell’esercitare dell’Ufficio, non si rispettano le leggi e i principi fondamentali, chiunque, in una società democratica, deve essere rimosso dall’incarico. Questa è giustizia in una società democratica. Ancora una volta, il Presidente Yoon Suk-yeol e il suo Governo devono chiedere sinceramente perdono al popolo per quanto accaduto fino a questo punto. Inoltre, il Parlamento, insieme al Governo, deve lavorare per stabilire la situazione del Paese durante la sospensione delle funzioni del Presidente”. L’impeachment è arrivato a seguito della dichiarazione di legge marziale da parte di Yoon, una decisione controversa che ha scatenato proteste e critiche in tutto il paese. L’Assemblea Nazionale ha approvato la mozione con 204 voti a favore e 85 contrari, sospendendo i poteri presidenziali di Yoon. Ora la parola passa alla Corte Costituzionale, che ha 180 giorni di tempo per decidere se destituire definitivamente Yoon o ripristinare i suoi poteri: i suoi doveri saranno temporaneamente trasferiti al primo ministro o a un’altra figura di rilievo, fino a quando la Corte costituzionale non avrà emesso un verdetto definitivo. Nel caso in cui Yoon venisse rimosso dall’incarico, la Costituzione prevede l’indizione di elezioni nazionali entro 60 giorni per scegliere il suo successore.