“Una tendenza in aumento con gravi implicazioni sociali e individuali”. Così le Caritas diocesane di Latina-Terracina-Sezze-Priverno e di Gaeta, per i rispettivi territori, interpretano i dati del 2023 relativi al gioco d’azzardo e lotterie diffusi dall’Agenzia delle dogane e monopoli. Infatti, rispetto all’anno precedente – spiegano dalla Caritas diocesana pontina – il 2023 vede il gioco di azzardo in crescita nei 17 comuni della diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno (Bassiano, Cisterna di Latina, Cori, Latina, Maenza, Norma, Pontinia, Priverno, Rocca Massima, Roccagorga, Roccasecca Dei Volsci, Sabaudia, San Felice Circeo, Sermoneta, Sezze, Sonnino, Terracina).
La media della giocata pro capite nel 2023 è stata di 3.073 euro, di cui 1.393 euro la componente fisica e 1.680 euro quella telematica; una cifra elevata se confrontata con la media nazionale di 2.503 euro. Nel 2023 è avvenuto un ulteriore innalzamento della giocata pro capite, rispetto al 2022, per alcuni comuni della diocesi. Il caso eclatante è rappresentato da Roccagorga con una giocata telematica pro-capite di 9.849 euro e quella fisica di 1.848 euro che si attesta nella prima posizione nella classifica dell’incidenza della giocata pro capite sul reddito pari al 72%.
Per la Caritas diocesana il pontino è un territorio in “overdose” di azzardo dove la spesa effettiva (differenza tra giocate e vincite) è di quasi 151 milioni di euro su una popolazione di quasi 351mila abitanti. Questa spesa corrisponde ad una tassa aggiuntiva media di 452 euro all’anno per ogni abitante, senza controparte in servizi, contro le 350 euro di quella dell’Italia.
Dati allarmanti, per cui il direttore della Caritas diocesana, Angelo Raponi, ripropone l’appello a fare rete sul territorio, lanciato già a gennaio scorso, rivolto a coloro che a vario titolo si occupano di questo tema, “affinché tutte le forze sane di questo nostro territorio, non solo quelle che in passato hanno anche dato vita a progetti a favore del buon gioco e di contrasto al sovraindebitamento delle famiglie, insieme con le istituzioni locali, possano sedersi attorno ad un tavolo e riflettere insieme sulla portata del fenomeno”.
La Chiesa pontina ha percepito le gravi conseguenze della diffusione capillare delle “macchinette e biglietti mangiasoldi”, a cui si aggiungono le varie applicazioni per le scommesse sul web, e intanto attraverso la Caritas sta iniziando a adoperarsi per contrastare l’elevata espansione e a promuovere la consapevolezza che l’azzardo è una patologia e non un gioco di intrattenimento.
“Lo scopo di questo impegno sarà quello di aiutare i cittadini, le associazioni e le istituzioni a percepire la pratica dell’azzardo non come un gioco, ma come un’attività rischiosa che può generare povertà piuttosto che ricchezza, insieme con una dipendenza patologica, che conduce spesso ad essere esposti all’usura e alla manipolazione di organizzazioni criminali”, conclude Raponi, il quale ha ricordato che anche il vescovo Mariano Crociata nella sua recente lettera pastorale alla diocesi per il 2024/2025 e dedicata al Giubileo ha scritto che “c’è un legame non sempre facilmente discernibile ma reale tra le tante forme di dipendenza, prime fra tutte la droga e il gioco d’azzardo, che fanno la miseria di molti e la fortuna di pochi”.