“Mentre il Paese è in fermento per la caduta del regime sanguinario di Assad e centinaia di attivisti e attiviste vengono liberate dalle carceri, le milizie filo-turche stanno portando l’ennesima offensiva verso il nord-est della Siria. Lo testimoniano gli attacchi delle scorse ore a cliniche, ambulanze e ospedali di Manbij e di Abu Qalqal, che da anni supportiamo insieme alla Mezzaluna Rossa Curda, garantendo la fornitura di medicinali e la formazione del personale medico”. La denuncia viene dall’ong “Un Ponte Per” (Upp) per la quale “queste azioni costituiscono una ennesima palese violazione delle leggi umanitarie internazionali che proteggono esplicitamente le strutture e il personale medico durante i conflitti armati. La situazione del nord-est – spiegano da Upp – rischia di esplodere: circa 100.000 persone sono fuggite verso l’area a maggioranza curda e quasi la metà sono minori. L’enorme flusso di persone sta mettendo a dura prova il sistema sanitario dell’Amministrazione Autonoma”. Per questo “è necessario che la comunità internazionale prenda urgentemente posizione, con misure incisive per garantire la protezione delle strutture sanitarie, la sicurezza del personale medico e la continuazione dei servizi salvavita. L’attacco alle strutture sanitarie è inaccettabile in qualsiasi circostanza e tutte le parti in conflitto dovrebbero garantire il rispetto degli spazi umanitari. Si chiede inequivocabilmente di fermare queste aggressioni e di dare priorità alla sicurezza e al benessere dei civili”. Insieme ai partner locali della Mezzaluna Rossa Curda (Heyva Sor a Kurd – KRC) e Doz International, conclude Upp, “continueremo ad essere con ambulanze e unità mediche mobili dove c’è più bisogno per fornire soccorsi alle persone in fuga”.