L’educazione “dovrebbe essere” non solo “trasmissione di contenuti, ma trasformazione della vita. Non solo ripetizione di formule – come i pappagalli -, ma addestramento a vedere la complessità del mondo”. Lo ha detto il Papa richiamando il film “L’attimo fuggente”, nel corso dell’udienza, questa mattina nel Palazzo Apostolico Vaticano, con i partecipanti al V Simposio universitario “Service-Learning e Patto Educativo Globale”, promosso dall’Università Lumsa e Scuola di Alta Formazione “Educare all’Incontro e alla Solidarietà – Eis”, in accordo con il team di coordinamento Uniservitate di Buenos Aires e con il sostegno del Dicastero per la Cultura e l’Educazione.
Nel proporre come modello la “pedagogia di Gesù,” espressa nelle parabole, che permettono all’ascoltatore di mettersi in gioco “in prima persona”, il Pontefice ha ammonito: “Rispetto a questo stile, la globalizzazione attuale comporta un rischio per l’istruzione, cioè l’appiattimento su determinati programmi spesso asserviti a interessi politici ed economici. Questa uniformità nasconde forme di condizionamento ideologico, che falsificano l’opera educativa, rendendola strumento per fini ben diversi dalla promozione della dignità umana e dalla ricerca della verità”. “L’ideologia – ha quindi osservato a braccio – rimpicciolisce sempre, non ti permette di svilupparti. Sempre rimpicciolisce. Per questo, state attenti a difendervi dalle ideologie di turno”. Di qui l’importanza del metodo pedagogico del service-learning, o “apprendimento nel servizio” sviluppato dalla rete Uniservitate, del Centro Latinoamericano de Aprendizaje y Servizio Solidario, che coltiva “la responsabilità comunitaria degli studenti attraverso progetti sociali, che fanno parte integrante del loro percorso accademico”. Essere scuola o università “cattolica”, ha spiegato, significa “coltivare un caratteristico stile pedagogico e una didattica coerente con gli insegnamenti del Vangelo”. E ha precisato fuori testo: “Non è ideologia evangelica. No. È umanesimo, umanesimo secondo il Vangelo”.